Il 17 gennaio cade la sesta ricorrenza dall’istituzione, nel 2013, della “Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali” ad opera dell’UNPLI, l’ Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia.
L’UNPLI, che riunisce circa 6.000 Pro Loco diffuse sull’intero territorio nazionale, ha inteso in questo modo contribuire alla valorizzazione dei dialetti e di tutte le lingue parlate localmente, la cui pratica, nel corso degli ultimi cinquant’anni, è andata incontro ad una graduale contrazione, quasi ad anticipare una futura estinzione.
Il 17 gennaio di ogni anno non solo le Pro Loco, ma tutte le realtà istituzionali e anche i singoli cittadini sono invitati a ricercare e ritrovare una sintonia con le proprie tradizioni culturali, dialettali, che radicano la persona al territorio e ne modellano l’identità quale membro di una comunità tangibile. Negli anni è stato dato spazio a una pluralità di iniziative, quali ad esempio presentazioni di libri e video, convegni, conferenze, spettacoli teatrali e recital di poesia e/o prosa. In particolare, va menzionato il Premio “Salva la tua lingua locale” bandito sempre da UNPLI: si tratta di un concorso a premi, per l’appunto, aperto a testi di prosa e poesia, edita e inedita, scritti in dialetto (e, eventualmente, in traduzione italiana).
Le diverse edizioni della Giornata del dialetto hanno sinora proposto un panorama di iniziative spesso suggestivo e importante, ma forse ancora troppo frammentato.
Con la speranza che questa Giornata del dialetto 2018 possa riscuotere l’attenzione che merita, auguriamo a tutti gli “addetti ai lavori” e ai cultori delle parlate locali di vivere una grande festa e invitiamo a segnalare con una mail alla nostra redazione (redazione@lavocedimaruggio.it) eventi e iniziative, e una parola o espressione del proprio dialetto che possa illuminare un aspetto della contemporaneità.
Concludiamo con questa poesia dialettale, inviataci dal nostro caro amico e collaboratore Pierfranco Bruni, in dialetto calabrese.
Passa u’ tiempu
A vucca tua sa di rose e gelsomini!
U’ tiempu passa
ed e’ passatu cumu nu gabbianu
supra u’ mari.
Stu mari gricu a’ l’anima nostra
e i pinsieri su tanti
puru mo’ c’a simo scavati
comi na roccia.
Na cosa ti vuogliu di’:
vivi sempre cu pazienza
picca a’ vita e’ nu’ viaggiu
c’a’ un teni rituornu.
Chiova supra i rosi e i gelsomini”!
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