Conosco Tonino Filomena sin dai tempi della mia infanzia ed a lui devo molto per ciò che concerne la mia formazione culturale. Conosco tutti i suoi libri, incentrati sulla storia e la cronaca politica di Maruggio, tra l’altro uno lo abbiamo anche scritto insieme. Tuttavia il suo ultimo lavoro, Il Soldato Contadino, è diverso dagli altri per un semplice motivo: è un libro scritto col cuore. Si tratta di un volume che vede la luce, e non poteva essere altrimenti, dopo la dipartita dell’amato padre, quando quel senso di vuoto e di impotenza di fronte all’ineluttabile ci attanaglia e ci paralizza ma, al tempo stesso, può rivelarsi il motivo trainante per far rivivere il ricordo. Sino a quando i nostri cari ci sono accanto, infatti, diamo per scontata la loro presenza, tuttavia, nel momento in cui ci lasciano comincia a farsi strada dentro di noi uno strano senso di vacuità. Come Tonino riporta nel Preludio: “Oggi la mia vecchia anima è priva di luce. Non ha nessuno con cui dialogare. […] La mia anima oggi è buia come il cielo del mio paese, diventato cupo e minaccioso”.
L’autore, pur facendo continuamente rivivere il ricordo del genitore, volutamente non lo cita mai per nome e questo permette al lettore di immedesimarsi in sentimenti comuni e condivisi, pertanto chiunque può leggere fra le righe una storia che può appartenergli, come si trattasse del suo stesso padre e della sua stessa vita. Il testo non è una mera biografia, bensì si tratta di una sequenza di quadri che riportano indietro nel tempo, un tempo ormai andato, quando la vita era si più dura ma al tempo stesso più semplice e genuina, imperniata su valori inevitabilmente perduti e, a volte, dimenticati. Un tempo in cui i cicli stagionali, della semina, del raccolto e via dicendo, scandivano i ritmi della vita.
Il libro prende spunto dal ritrovamento del diario di guerra del padre dell’autore, arruolato nella Regia Aeronautica Militare durante il Secondo Conflitto Mondiale, in cui vengono narrate le vicissitudini relative al servizio svolto. Un servizio svolto da volontario: “Avevo poco meno di diciotto anni – scrive – quando la notizia dell’entrata in guerra dell’Italia arrivò al mio paese quel lunedì pomeriggio del 10 giugno 1940. Io e due miei amici […] decidemmo di fare la domanda per arruolarci come volontari in Aviazione […]”, nonostante il parere contrario del padre, nonno dell’autore, che alla fine dovette rassegnarsi alla decisione presa. Ecco dunque il Soldato, il volontario che ancora giovanissimo decide di servire la Patria in armi in un momento tanto difficile e delicato, lasciando il lavoro nei campi, al quale pero resterà per sempre atavicamente legato. Soldato si e per scelta, ma senza rinnegare l’essere, con orgoglio, un Contadino. Da questo ritrovamento cominciano i quadri che riportano ancora più indietro sino ai nonni dell’autore, quindi dopo l’esperienza bellica il ritorno al paese, l’incontro con la futura sposa, il matrimonio, semplice ma d’amore, la nascita e la crescita dei figli, l’impegno politico, la perdita dell’amata moglie, il ritorno alla terra, il tutto vissuto con la certezza di essere al tempo stesso Soldato e Contadino. Così Tonino arriva a raccontare la sua infanzia, la sua adolescenza, la sua vita attraverso la linea direttrice rappresentata dal genitore, facendo rivivere ricordi, sapori, odori ormai svaniti nella nebbia del tempo, travolti dalla spietata tecnologia odierna che tutto distrugge. Nel ricordo ritorna anche l’immagine di una madre prematuramente scomparsa, lasciando marito e figli, che l’autore rivede, tornando nella casa della sua adolescenza: “Vedo i suoi occhi neri e lucenti che guardano i miei. Mi fissano e mi scrutano ancora. Non sono distanti. Sono vicini ai miei”.
I ricordi, sappiamo bene, hanno sempre lo struggente e delicato colore della nostalgia ma al tempo stesso possono essere motivo d’orgoglio per averli vissuti pienamente, da qui l’orgoglio di essere stato figlio di quel padre, Soldato e Contadino al tempo stesso, nonostante la nostalgia dell’addio.
Il libro è disponibile presso le librerie di Maruggio e consiglio vivamente a tutti di leggerlo.
Cosimo Enrico Marseglia
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