ROMA – Le palme tornano a tremare. Risuona, infatti, l’allarme per il punteruolo rosso, il killer famelico che le uccide in breve tempo. Ma il ministero delle Politiche agricole ha preso subito le misure disponendo un provvedimento di “emergenza”. E su un binario parallelo compie notevoli passi avanti la ricerca nel settore. Il decreto del ministero – pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 36 del 14 febbraio – oltre a definire delle zone ‘rosse’ (zona infestata; zona di contenimento; zona cuscinetto; zona delimitata), ha lo scopo di “impedire l’introduzione e la diffusione all’interno del territorio” italiano del punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus), indicando la strada della “lotta obbligatoria” come percorso principale “per contrastarne l’insediamento”. Vengono poi date indicazioni per i compiti che dovranno svolgere i servizi fitosanitari regionali e i Piani di azione.
Molte le ricerche e gli studi che si sono sviluppate negli anni, come il Dipropalm (Difesa dal punteruolo rosso delle palme). Oppure lo studio del Dna dell’università di Firenze dove attraverso la biologia di base si tenta di indagare se ci siano sostanze chimiche impiegate nel ciclo vitale di questo organismo, in particolare nella deposizione delle uova. Questo, perché i maschi di punteruolo rosso riescono a attrarre individui della stessa specie sulla palma idonea alla deposizione. La Intrachem Bio Italia propone, invece, un’azione preventiva che prevede l’uso di vertebrati vermiformi che ingaggiano una vera e propria lotta biologica con il punteruolo rosso. Al lavoro c’é anche l’Enea che sta conducendo indagini sul territorio laziale, soprattutto nell’area di Sabaudia. E a Sanremo, una zona storicamente attaccata dal punteruolo, è nato anche un Centro studi ad hoc. Il punteruolo rosso, incluso nell’Alert list della European plant protection organization (Eppo), è un coleottero vorace originario dell’Asia sud orientale ed responsabile della distruzione di buona parte del patrimonio palmicolo nazionale: rintracciato per la prima volta in Italia nel 2004 in un vivaio di Pistoia, attacca, in ‘silenzio’, alcuni tipi di piante scavando delle gallerie all’interno. Nutre una spiccata preferenza per le palme di sesso maschile. I sintomi evidenti della sua presenza per l’albero sono la perdita dell’apice vegetativo e il portamento a ombrello delle foglie. Se è veloce, e ha fame, in 20-30 giorni può uccidere una palma di notevoli dimensioni, quando se la prende comoda impiega tra i 4 e gli 8 mesi. Le regioni più colpite sono le riviere della Sicilia, della Campania, della Puglia, del Lazio, della Liguria. I danni economici possono anche arrivare a 20.000 euro per una palma di 20 metri mentre un abbattimento costa in media intorno ai 1.000 euro.
Fonte: Ansa
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