Non possiamo sapere quando il cibo da necessità è diventato piacere, sappiamo però che la scoperta del fuoco oltre a rendere più digeribili i cibi e a variare maggiormente la dieta, rappresentò una forma di socializzazione per il gruppo che si riunivano tutti intorno. I primi strumenti per cuocere i cibi furono le pietre, delle lastre creando la cottura sulla piastra, oggi proviamo ad imitarli, utilizzando nel forno di casa la pietra ollare. In seguito si passò alla cottura nel forno-buca nel terreno, rivestendo la buca con le pietre e ricoprendo con paglia e ramoscelli di piante aromatiche. Ancora oggi è possibile ritrovare questa tecnica di cottura nella cucina tipica neozelandese. I contenitori per lungo tempo sono state grosse conchiglie, vesciche di animali, carapaci di tartarughe, i primi vasi sono arrivati molto tempo dopo.
Il primo trattato di cucina è stato scritto dal cuoco romano Celio per conto di Apicio intorno al 230 d.C dal titolo De re coquinaria, una raccolta di 450 ricette suddivisa in 10 volumi suddivisi per tema, che spaziano dal vino e la conservazione degli alimenti, la preparazione delle carni tritate, del pesce , fino ad arrivare ai farinacei, base dell’alimentazione dei romani. Settimana dopo settimana scopriremo anche alcune delle sue ricette. Come questa qui di seguito:
TIROCARICO:
Cuocere il pesce nell’olio e poi rimuovere le spine. Aggiungere cervella di agnello o di vitello, già cotta, pezzi di pesce , interiora di pollo, uova sode, formaggio fresco sbollentato e metti tutto insieme a riscaldare in una padella. Condisci con pepe, lentisco, origano, bacche di ruta. Aggiungere vino dolce e olio. Al termine legare il tutto con due uova crude. Spolverizzate con cumino tritato.
Katja Zaccheo