Quando un Papa si dimette e abbandona il “Trono” pietrino non ci sono motivi di salute soltanto. C’è una teologia della dissolvenza che si incastra in una visione di politica ecclesiastica che riguarda valori, significati e temi oncologici.
Ma se un Papa si dimette significa che si apre un precedente anche di natura procedurale all’interno del Vaticano e soprattutto bel mondo cattolico.
Il mondo cattolico è un mondo della differenziazione. Ovvero ci sono i cattolici, nelle diversità “professionali”, i cristiani, nelle sfaccettature storiche e religiose ben articolate, gli eretici, il mondo gnostico… e così nelle varie ortodossie…
Se un Papa (Ecco dico questo nome : Benedetto XVI, un grande Papa ) si è dimesso su questioni che toccano sfere anche ontologiche, soprattutto quando gli importanti testi sul suo Gesù fanno discutere sul filo di una squisita eresia. Non mi si venga a dire che non è così. Ma oggi il problema non è questo.
Se un Papa si è dimesso, un Papa può anche essere dimesso.
È la teologia della politica o meglio è la teologia che si fa politica. Ci sono elementi gravissimi che pongono delle riflessioni serie dull’attuale papato. La mia posizione è limpida sin dall’inizio.
Papa Francesco non ha la forza di rappresentare tutta la comunità dei cristiani. Anzi non rappresenta la comunità dei cristiani.
Dopo le recenti dichiarazioni soprattutto sull’aborto ha aperto una profonda ferita tra i cattolici articolati e i cristiani non possono tollerare queste sue posizioni.
Sta sradicando la cristianità dai Vangeli e soprattutto da San Paolo. Non è un Papa che segue il messaggio di Paolo e tanto più si sta distanziando dai Vangeli a partire da quello di Luca.
I cristiani, i cristiani cristocentrici e i viandanti delle Genti, leggono le parole dell’attuale pontefice con una tale lacerazione da invitarlo a dimettersi.
Sta sradicando la tradizione dei credenti. Si tratta di un questione delicata complessa e problematica. Ma questo Papa non rappresenta la Tradizione Cristiana. Il tradizionalismo è altra cosa. Ma le sue parole sfidano e questa è una sfida che fa precipitare il mondo cristiano se Papa Francesco continuerà ad esercitare le sue funzioni.
È inconcepibile affrontare la questione dell ‘aborto con slogan laicisti. Il resto è stato già sottolineato nei miei precedenti lavori.
Il cristiano vero rifletta. Ha senso leggere Paolo durante le celebrazioni eucaristiche e poi manifestare un relativismo laicista da perdonare chi ha abortito…
di Pierfranco Bruni
Ma il “perdono” non era un concetto alla base della religione cristiana? O qualcuno merita di ricevere il perdono più di altri?
C’è una bella differenza tra cristiani e bigotti. Semplicemente, il nuovo Papa non rappresenta questa seconda categoria. Direi che è meglio per tutti.