Può sembrare anacronistico e impopolare parlare d’altro in questi giorni in cui l’attenzione è focalizzata sugli scenari mondiali e sui nostri destini che pare dovranno (?!) dipendere in futuro necessariamente da un pel di carota miliardario, misogino, xenofobo ecc..ecc… Allora per prendere un po’ di fiato e distrarci proviamo a cambiare argomento stasera!
Un prematuro e scintillante albero di Natale mi ha ricordato che è già cominciato il conto alla rovescia che anticipa ogni anno l’attesa di questa festa ,allungando la serie dei numeri che cominciamo a contare subito dopo il ferragosto. Più il tempo ci sfugge e più tentiamo di acchiapparlo per fermarlo ma nello stesso tempo più diventa indispensabile anticipare tutto, arrivare sempre prima! Natale è comparso sui nostri orizzonti mentre eravamo ancora allungati al caldo delle nostre spiagge e così abbiamo cominciato ad esaurirne emozioni ed attese prima ancora di aver completato e realizzato il presente che si stava svolgendo!
Nella nostra frenetica e quotidiana insoddisfazione viviamo protesi nell’attesa del nuovo per un inconscio bisogno di esorcizzare il disagio presente aspettando sempre quel dopo che mortifica e annulla il nostro “carpe diem”. Raggiriamo la paura dell’oggi proiettandoci continuamente in avanti, aspettando e corteggiando il successivo evento che ci toglie dall’imbarazzo e dalla responsabilità del presente. In questo modo corriamo più noi dei giorni che ci toccano scartando tutto prima… e quello che fino a ieri anelavamo e corteggiavamo diventa già passato remoto nell’illusoria gioia di impossessarci del tempo prima che arrivi.
Un po’ come quando da bambini strappavamo direttamente il foglio invece di cancellare e correggere gli errori e ci ritrovavamo con un quaderno sempre più sottile!
E se invece provassimo a prolungare e accorgerci del nostro “adesso” accomodando la vista per vederlo meglio da vicino? Magari potremmo cominciare a godere ancora di questo mese abbondante che l’autunno ci regala, dei colori smorzati delle sue foglie, del sole che non si arrende alle nuvole e vuole ancora farsi vedere, del profumo del mare che da noi ancora arriva e di quelle belle mezze stagioni che abbiamo costretto a non esistere più a cominciare dai modi di dire.
Anna Marsella
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