N.B.: le notizie, i preparati, i rituali e le ricette inserite in questo articolo hanno unicamente valenza documentaria antropologico-folkloristica: non sono in alcun modo da considerarsi praticabili o sperimentabili.
Aglio
Come nelle tradizioni di varie località, anche in Puglia l’ Aglio era utilizzato come strumento preventivo contro il malocchio (appeso accanto all’ uscio di casa). Nardone, Ditonno e Lamusta riportano una ninna nanna grecanica che recita:
“Ninìa ce oninìa! Evò guènno stin ghetonìa, ‘na scordo ‘na cremò, min me vascànun, t’ ene amartìa” (Ninna nanna! Esco nel vicinato per appendere un aglio, in modo che non mi affascinino, che è peccato!”).[1]
L’Aglio era utilizzato anche come rimedio contro le punture delle tarantole (applicazioni del succo sulla parte lesa, dopo aver succhiato il “veleno”, e per varie forme di intossicazione); come antimalarico mescolato a prezzemolo, olio e succo di limone; come rimedio contro il mal di stomaco insieme ad aceto, e strofinato sulle parti colpite da alopecia per far ricrescere i capelli[2]; contro le scottature (mescolato ad olio d’oliva), contro le punture di insetti, per alleviare il dolore dei calli. Nei rituali magico-medici per eliminare i vermi intestinali, si usava appendere al collo dei bambini alcuni spicchi crudi di aglio; oppure si frizionava il ventre con aglio impastato con petrolio, mentre si tracciavano segni di croce con uno spicchio d’aglio e si recitavano orazioni segrete. Un altro rimedio vermifugo era l’utilizzo di uno spicchio sulle labbra facendolo annusare, o ancora una poltiglia di spicchi bolliti in aceto spalmata sul ventre.[3]
Si credeva inoltre che spicchi d’aglio bolliti nell’aceto guarissero dalla pazzia.[4]
Collana di aglio
Gli antichi romani consideravano l’ Aglio sacro a Cerere, e lo utilizzavano, spremuto e con l’aggiunta di coriandro, per la preparazione di una bevanda afrodisiaca. Si utilizzava come afrodisiaco anche nell’antico Egitto, ed è prescritto come tale in molti antichi erbari. Nella stregoneria europea è utilizzato come ingrediente di diversi filtri magici, e in particolare come rimedio all’impotenza provocata da fatture malefiche.[5]
Un antico elettuario per preparare al coito e ai suoi piaceri riportato da Enrico Malizia (un tossicologo dell’ Università La Sapienza di Roma che ha compiuto una ricerca di antichi formulari e manoscritti magici dal 1400 sino al 1800) prevede l’utilizzo di aglio spremuto insieme a radice di rafano, semi di ortica, zenzero essiccato, achillea millefoglie e diversi altri ingredienti.[6]
Nell’ambito di un ricettario anonimo cinquecentesco, uno spicchio d’aglio pestato e inserito nei genitali femminili servirà a provocare rapidamente le mestruazioni e depurare il corpo dai cattivi umori.[7]
Cipolla
Tra le varie proprietà, venivano sfruttate, della cipolla, quelle afrodisiache. Si utilizzava, allo scopo, un infuso che aveva l’effetto di stimolare la circolazione sanguigna ( “ 2-3 foglie di cipolla in una tazza di acqua bollente per 5 minuti”).[8]
Veniva utilizzata inoltre per curare la sordità spremendo il succo nel condotto uditivo, e come vermifugo; come lenitivo delle scottature, diuretico, disinfettante, e contro le punture di insetti e ragni.[9]
Tra le antiche ricette magiche scovate da Enrico Malizia, dieci cipolle e un pene d’asino cotti con grano abbondante devono essere impiegati per nutrire dei polli per otto mesi; a quel punto i polli dovranno essere cucinati e dovranno costituire l’alimento principale per una settimana. Nei giorni che seguiranno, “il pene si ingrosserà”.[10]
Semi di cipolla insieme a vari altri ingredienti (semi di satirione, semi di rughetta, di asparagi, di carota insieme a varie erbe e radici: zenzero, cicoria, ortica, ecc.) sono presenti nella composizione di un “elettuario per eccitare i sensi”.[11]
In altro elettuario per accrescere la libido son prescritti cinnamomo, semi di cipolla, foglie di verbena, semi di ortica, pepe e altri ingredienti mescolati a cinque tuorli d’uovo, uva passa, carota domestica.[12]
Semi di cipolla sono presenti anche in un elettuario afrodisiaco che comprende: foglie di verbena, radici di eringio, conserva di zenzero, decotto in latte di testicoli di gallo, filtrato di pigne di pino di mare macerate nel latte, torta di mandorle, noci ammollite per un giorno nel miele, semi di cipolla.[13]
Un elettuario per aumentare la secrezione spermatica comprende: cipolla bianca, semi di cardamomo e ortica, frutti e radice di coriandro macerati in vino, pepe nero, pepe bianco, grani di assafetida, lingua di un uccello canterino (cardellino o fringuello o usignolo), cervello di passero, testicoli di gallo.[14]
Lampagione
Il Muscari comosum (Lampagione, dial. “pampascioni”) gode di fama afrodisiaca sin dai tempi degli antichi romani, si tratta di un bulbo ricercatissimo nella locale tradizione e consumato in abbondanza. Nella voce dialettale è sinonimo di testicolo (tipico esempio di applicazione della teoria delle segnature: il bulbo ha somiglianza con il testicolo umano ed è al tempo stesso veicolo di cura e sostegno per quell’organo). Le proprietà afrodisiache del Muscari sono descritte da Dioscoride, da Plinio, da Galeno e da Ovidio.
Nella medicina popolare salentina i bulbi dei lampagioni, cotti, pestati e messi in una garza, erano utilizzati per cataplasmi per ascessi, foruncoli, pelli secche e irritate.[15] Un altro utilizzo è quello del bulbo fresco schiacciato e apposto sulla ferita.[16]
Gianfranco Mele
- Domenico Nardone, Nunzia Maria Ditonno, Santina Lamusta Fave e favelle, le piante della Puglia peninsulare nelle voci dialettali in uso e di tradizione, Centro di Studi Salentini, Lecce, 2012, pag. 136 ↑
- Michele Greco, Superstizioni medicamenti popolari tarantismo pag. 99 ↑
- Domenico Nardone, Nunzia Maria Ditonno, Santina Lamusta Fave e favelle, le piante della Puglia peninsulare nelle voci dialettali in uso e di tradizione, Centro di Studi Salentini, Lecce, 2012, pag. 136 ↑
- Antonio Costantini, Marosa Marcucci Le erbe le pietre gli animali nei rimedi popolari del Salento, Congedo Ed., 2006, Pag. 49 ↑
- Christian Ratsch, Le piante dell’amore, Gremese Editore, 1991, pag. 45 ↑
- Enrico Malizia, Ricettario delle streghe, Edizioni Mediterranee, 2003, pag. 181 ↑
- Salvatore Pezzella, Magia delle Erbe, vol. 1, Edizioni Mediterranee, 1989, pag. 107 ↑
- Salvatore Presicce, Piante medicinali spontanee del Salento, Lupo Editore, 2013, pag. 159 ↑
- Nardone, Ditonno, Lamusta, op. cit., pag. 207 ↑
- Enrico Malizia, op. cit., pag. 133 ↑
- Enrico Malizia, op. cit., pag. 150 ↑
- Enrico Malizia, pag. 153 ↑
- Enrico Malizia, op. cit., pp. 153-154 ↑
- Enrico Malizia, op. cit., pag. 183 ↑
- Nardone et al., op. cit., pag. 295 ↑
- A. Frigino, G. Sacchetti, A.Bruni, F. Poli, Preparati fitoterapici vulnerari in uso nel Salento, Informatore botanico italiano, 31 (1-3) 190-192, 1999, Atti “Botanica Farmaceutica ed Etnobotanica” , pag. 191 ↑