TARANTO – Si è appena conclusa una vasta operazione condotta dal Nucleo Operativo di Protezione Ambientale della Direzione marittima di Bari, composto anche da personale della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Taranto, frutto di continua e complessa attività di indagine diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Taranto.
L’attività investigativa dei militari che ha comportato prolungati pedinamenti degli autori dell’attività criminosa, appostamenti anche notturni ed investigazione con ausilio di pertinente strumentazione, ha consentito di accertare e debellare un sistema sofisticato di smaltimento di reflui di origine fognaria da parte di una ditta autorizzata del Comune di Lizzano, che operava in tutto il territorio del predetto Comune e Comuni limitrofi.
La società di autospurghi in questione era già stata oggetto di indagine da parte degli stessi militari della Guardia Costiera per lo smaltimento illegale di rifiuti nell’anno 2014. Tale attività aveva portato a cogliere nella flagranza di reato una autobotte in proprietà della stessa ditta mentre sversava i reflui, appena prelevati da una civile abitazione, direttamente sulla strada provinciale SP 118 che collega il Comune di Sava al Comune di Lizzano, anziché conferirli presso un centro di smaltimento autorizzato.
L’autore dell’illecito era stato deferito alla competente autorità giudiziaria per il reato di abbandono incontrollato di rifiuti sul suolo ed il mezzo autospurgo era stato sottoposto ad immediato sequestro penale.
Tuttavia le conseguenti sanzioni penali comminate non avevano evidentemente fatto desistere l’autore dell’attività criminosa dal proseguire in tale condotta così come l’ attività investigativa in parola ha consentito di appurare.
Anche nella circostanza in questione infatti i militari accertatori hanno nuovamente colto in flagranza un autospurgo della citata ditta mentre sversava deliberatamente i reflui prelevati da un’abitazione direttamente nelle campagne che costeggiano la strada denominata “Canale dell’Arneo” che divide i comuni di Fragagnano e Lizzano, inquinando e compromettendo gravemente da un punto di vista igienico sanitario una vasta area di terreno.
Gli autori del reato sono stati deferiti alla Autorità giudiziaria per inquinamento ambientale, distruzione e deturpamento di bellezze naturali, avendo reso il suolo contaminato una vera e propria cloaca a cielo aperto, oltre che per lo smaltimento illegale di rifiuti, mentre l’autospurgo utilizzato è stato posto sotto sequestro penale.
La Società è stata altresì diffidata all’immediata bonifica dell’area ed al ripristino dello stato dei luoghi.
L’attività criminosa di che trattasi è stata condotta in modo continuativo nel tempo oltre che altamente organizzato e programmato, circostanza che ha reso particolarmente difficili le indagini al personale della Guardia Costiera, evidentemente frutto delle pregresse esperienze criminose dei responsabili dell’attività.
Basti pensare che ai percorsi sempre diversi condotti dall’autospurgo della ditta in vista dello scarico illegale, al fine di rendere meno visibile l’intera attività, gli autori dei reati accertati erano giunti persino a realizzare un sofisticato sistema di occultamento delle targhe, anteriore e posteriore, comandato direttamente dall’interno dell’abitacolo che veniva attivato all’occorrenza per sfuggire alla identificazione del mezzo da parte delle forze dell’ordine.
La società in questione è stata, quindi, altresì deferita alla Autorità giudiziaria per il reato di occultamento di atto pubblico.
L’operazione di polizia giudiziaria appena terminata e che si innesta in un apposito filone di indagine della Guardia Costiera di Taranto sotto lo stretto coordinamento della locale Procura, tuttora in corso di svolgimento, volto a contrastare il fenomeno degli scarichi abusivi e smaltimento illegale di rifiuti con grave compromissione dell’ambiente, evidenzia, anche per le modalità con cui la condotta sopra citata è stata condotta, la pericolosità oltre che il livello di sofisticazione che gli autori delle ampiamente remunerative attività illecite connesse allo smaltimento illegale di rifiuti, pongono in essere pur di realizzare i loro intenti criminosi.
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