Oggi qui a Taranto abbiamo scoperchiato il Natale! Chi non è tarantino di nascita o di adozione non può capire cosa rappresenti questa giornata per la Città. Quello di Santa Cecilia è forse il momento più intenso e atteso di tutto il periodo natalizio e, anche se non è una festa “maiuscola” e fa solo da apripista alle altre, condensa e racchiude in sè quel particolare e tipico spirito tarantino in cui si concretizza l’atmosfera natalizia che si respirerà per quasi un mese e mezzo.
L’attesa e la ritualità rassicurante delle nostre tradizioni scioglie e rende più “digeribile” l’altra faccia di quella realtà che non riusciamo a mandare giù proprio come quel miracolo che avviene sotto ai nostri occhi della farina e del lievito che, insieme all’acqua, ci regalano rassicuranti promesse. Da questa mattina ( e non ditemi che non ve ne siete accorti!) è cambiata anche la modalità delle nostre esternazioni di esseri ormai irrimediabilmente social e non c’è bacheca che non sia ad altissimo tasso glicemico e che non odori di fritto. Di conseguenza, non c’è casa (almeno qui a Taranto) che non ne porti il segno nonostante porte e finestre spalancate dalle quattro di stamattina.
Devo dire che quel soffice candore di pasta lasciata in paziente lievitazione ha battuto e ha vinto (almeno per oggi) le incertezze dei Si e dei NO, le farneticanti promesse e ridicoli proclami dei nostri politici, i confronti tra first lady e relativi consorti votati e no, i reality e le primedonne delle vite vere ecc… ecc… e tra uno schizzo e l’altro ci ha dato certezze e conforto per farci sentire lontani da tutto quello che spesso rimbomba nelle nostre orecchie come inutili rumori. Ben venga allora questa Santa Cecilia terapeutica che ci ha reso tutti vicini e tutti ugualmente unti e solidali!
Per un attimo potremmo anche arrivare a immaginare che anche una pettola e una pastorale potrebbero muovere coscienze e cambiare il nostro “piccolo” mondo!
Anna Marsella
Per scriverci e segnalarci un evento contattaci!