MANDURIA – Nelle prime ore di oggi, i carabinieri di Manduria hanno arrestato un 19enne di Manduria, incensurato, ritenuto responsabile di rapina aggravata continuata in concorso, ricettazione, detenzione e porto illegale di armi in luogo pubblico.
La misura cautelare è stata emessa dal gip Valeria Ingenito su richiesta del sostituto procuratore Maurizio Carbone, che concordavano appieno con le risultanze investigative dei militari dell’Arma. Il 19enne è accusato di essere l’autore di due rapine in danno di esercizi commerciali ubicati a San Pietro in Bevagna, località balneare del Comune di Manduria.
I fatti di cui è accusato risalgono al 31 agosto dell’anno scorso quando, alle ore 14 circa, a San Pietro in Bevagna, un giovane con il volto travisato da passamontagna e armato di pistola, dopo aver scarrellato l’arma da sparo (operazione durante la quale fuoriusciva anche un proiettile) rapinava un bar tabacchi. Lo stesso rapinatore, terminata l’azione delittuosa, si dileguava a bordo di un’autovettura Fiat Uno di colore bordeaux condotta da un complice rimasto al momento ignoto, con un bottino pari a 400 euro.
Come se non bastasse, alle successive ore 18, sempre a San Pietro in Bevagna, in località Chidro, a circa un chilometro di distanza dal primo obiettivo, il medesimo rapinatore, sempre con il volto coperto e armato di pistola, effettuava un’altra rapina, questa volta ai danni di un’edicola-tabaccheria, sottraendo la somma complessiva di 1.300 euro ed anche in questo caso si dileguava a bordo della medesima autovettura.
L’auto, rinvenuta e recuperata dai carabinieri, risultava oggetto di furto avvenuto la sera precedente nel comune di Francavilla Fontana (Br).
Sembrava tutto perfetto, ma il giovane malfattore aveva commesso un errore, nel corso della prima rapina, per dare maggiore incisività alla azione delittuosa, aveva colpito con il palmo della mano sinistra il vetro di un congelatore (evento immortalato dalle telecamere del circuito di videosorveglianza) che consentiva agli investigatori di repertarne l’impronta palmare. Proprio partendo da quell’impronta si è riusciti a ricostruire, con meticolose indagini, l’identità del soggetto quale sicuro autore delle due rapine.
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