ARTè… è una nuova pagina, che nasce dall’esigenza di una libera condivisione ed esplorazione del panorama artistico e culturale contemporaneo. Lungo il percorso di questa nostra nuova iniziativa scopriremo una rete di connessioni tra individui, organizzazioni e spazi, in grado di superare le barriere individuali e l’inerzia dei tradizionali canali della cultura. La nostra attività si svolgerà in modi differenti e su più livelli: attraverso la riflessione critica, svolta sulla nostra rivista on-line e per mezzo dell’organizzazione e della promozione di eventi culturali, dialoganti con le realtà emergenti e con i rispettivi protagonisti.
Ognuno di questi interventi sarà tenuto assieme dalla volontà di muoversi attraverso le fibre del medium comunicativo per giungere in territori sconosciuti, là dove i confini sfumano e qualcosa di altro si manifesta. La volontà di soffermarsi sul senso del “fare artistico” e passare dal fare al contesto, dal contesto all’ambiente, ci permette di registrare un’avvenuta ibridazione di linguaggi e di pratiche, attraverso un esame critico dei mezzi e dei materiali che diffondono l’arte. In tal senso, il nostro impegno dichiarato consta nel dedicare spazio a libri, fotografia, arti visive, musica, cinema, storia e archeologia, architettura e ogni forma di espressione creativa artistica e culturale. Ci auguriamo che questo status possa permetterci di moltiplicare le nostre iniziative e di farci entrare in contatto con realtà sempre più numerose, anche grazie a segnalazioni da parte di lettori, collaborazioni con associazioni e partecipazioni ad eventi.
La sfida è proporre ai lettori un superamento della dimensione spazio-temporale, per esplorare gli “altrove” sconosciuti dell’avventura espressiva, dove l’arte e la creatività, in ogni declinazione, segnano i passaggi più importanti della vita dell’uomo, ma anche dell’artista e del professionista. Sarà un percorso innervato da una tensione dinamica, che ne alimenta lo stimolo conoscitivo con sorprendenti effetti di détournement visivo, per tornare a sollecitare il gioco delle correlazioni ricettive, ironizzando sulle leggende della contemporaneità, attraverso ossimori e smarrimenti interpretativi, efficaci a sconfessare i parametri ordinari dell’esperienza conoscitiva.
È, spesso, questa la leva per la conoscenza, ossia destrutturare le costruzioni schematiche e preconfezionate, che sono state cucite in maniera conformante, contaminando la capacità percettiva dell’individuo, che ora vuole uscire dalla tendenza di massa per tagliare trasversalmente le visioni unilaterali. E, prendendo in prestito l’atmosfera linguistica dalla fotografia, potremmo dire che guardare il mondo attraverso lenti multifocali presagisca il riappropriarsi di una facoltà nell’osservazione, tesa a rifuggire letture lineari della realtà visuale, poiché la smaterializzazione delle immagini sottende il placet della mediazione percettiva, al fine di sciogliere gli elementi costitutivi nella sedimentazione del pensiero, che scorge autenticità policentriche da trasmettere e custodire nella memoria.
Proporremo una visione alternativa e critica della Fotografia, che affronta una complessa fase di passaggio, priva di linee-guida pianificatrici sulla definizione dell’aspetto finale, producendosi come work in progress, secondo uno sviluppo di astrazione mentale dagli esiti imprevedibili, navigando in un settore tecnologico abusato dalla pletora di riproduzioni, deambulanti tra canali tv, giornali, social network e manifesti pubblicitari nel circuito della comunicazione globale, controllato dall’impronta dominante dell’omologazione mediatica.
Affronteremo il multiforme scenario delle arti visive, generate dell’esperienza sensoriale, attraverso correnti di rappresentazioni delineante dalla dimensione inconscia, nucleo irradiante di depositi effimeri dell’immaginario onirico, sottratti alla sfera dello spazio fisico, per raggiungere gli orizzonti inediti del desiderio.
Attraverseremo le città visibili e invisibili della nostra quotidianità, che stimolano la riflessione interrogativa del progettista sul proprio ruolo creativo, in rapporto alle distonie psicologiche delle collettività metropolitane. Incontreremo l’energia potenziale di coreografi e danzatori, che introdurranno gli spettatori nel mondo cinestetico della danza, il pensiero armonioso della dimensione musicale, per cogliere come le arti fluiscano libere e potenti, rompendo argini e annullando limiti.
Nel suo libro “Storia della Bellezza”, Eco a conclude la sua riflessione sul rapporto tra arte e bellezza, sostenendo che il nostro presente proponga un “sincretismo totale, un assoluto e inarrestabile politeismo della Bellezza”.
Questo stato del Bello, dunque, ci pervade, ci circonda e merita di essere indagato, fruito e valorizzato, divenendo tanto un diritto, quanto un dovere di ognuno di noi.
Alessandra Basile
ARTè… negli scatti di Domenico Semeraro