Storia e metodologia. Strumenti di ricerca e conoscenza. Elementi che vivono nel saggio di Tonino Filomena e Cosimo E. Marseglia, il quale costituisce non una chiave di lettura e tanto meno l’interpretazione, ma il tracciato di una storia trascritta grazie alla epistemologia delle fonti. La struttura dei capitoli permette di individuare un percorso cronologico dei fatti, ben narrati e ricostruiti a mosaico.
Già dai primi capitoli è possibile recuperare il ruolo che ha avuto la Terra d’Otranto, filtrando le alleanze e le tragedie della Guerra dei Trent’anni, fino a giungere alle celebri avventure dei corsari.
Il pericolo turco rappresenta il contatto con il popolo e la civiltà degli Ottomani e, quindi, ci fa capire le contraddizioni del conflitto; esso ci aiuta a definire un territorio che da un lato ha subìto e dall’altro ha saputo anche resistere e a dare un senso a tutto l’Occidente.
In un tale discorso ci viene d’aiuto il territorio che presenta ancora delle testimonianze, decifrabilissime, in termini sia storici che culturali. Penso alle eredità storiche, che hanno valenza anche antropologica in tutto il territorio, delle torri costiere.
È proprio vero che questi documenti dell’architettura, ovvero beni culturali, rappresentano il dato storico concreto sia sul piano urbanistico sia sul piano simbolico sia paesaggistico.
Non si poteva non rientrare in quella pagina sempre affascinante che è stata sottolineata dai Cavalieri di Malta. Il rapporto tra Maruggio e i Cavalieri di Malta è una intelaiatura che ci introduce nella storia vera di una comunità. Maruggio è la rappresentazione dei Cavalieri di Malta e questa rappresentazione viene sottolineata anche da due personaggi che hanno un ruolo specifico tra le pagine del saggio: Tommaso del Bene e Giovan Battista Martena.
È naturale che la storia oltre ad affidarsi alla scientificità dei documenti si avvale anche di quella che viene definita non storia, ovvero la leggenda, se si guarda ad un capitolo dal titolo “La profezia”.
La parte finale del saggio si incentra su quattro elementi: siamo nel 1637 e ci troviamo davanti all’attacco, alla difesa, alla controffensiva e alla fuga dei predoni.
Maruggio, dunque, è salva.
La Terra d’Otranto ha saputo resistere all’invasione delle squadre turche e degli assalti musulmani.
Il lavoro si chiude con una attenta bibliografia ragionata che permette tra l’altro di sostenere e quindi avvalorare i riferimenti sui quali si è incentrata la ricerca.
È naturale che Maruggio con i suoi Cavalieri di Malta resta un epicentro sia nella storia sia nella cultura del Mediterraneo.
Tonino Filomena e Cosimo E. Marseglia raccontano il destino di un popolo e di una civiltà, che costituisce l’eredità di una comunità.
Da questo punto di vista lo studio si propone come modello in una esperienza metodologica che è quella della didatticità della storia.
Il libro è scritto da esperti e ricercatori che hanno saputo individuare gli elementi di base partendo da una storia molto più ampia che è quella dell’intero contesto del Regno di Napoli per poi focalizzare l’attenzione su una geografia dettagliata.
Maruggio, essendo snodo, rimane ancora oggi come luogo essenziale per comprendere avvenimenti e destini che spaziano tra il Mediterraneo puro e le coste balcaniche.
Le pagine si intrecciano reciprocamente, ben definite, tra la macro storia e la micro storia. È difficile, quindi, separare i due aspetti, perché anche Maruggio, da micro storia, diventa riferimento nella grande storia del Mediterraneo. È proprio qui la valenza di questa Terra che ha una geografia storica e una saggezza antropologica.
Pierfranco Bruni
(Responsabile Progetto Etnie – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo)