Dopo la bellissima e spettacolare esperienza di “Attacco a Maruggio” del 2 ottobre scorso, permettetemi di richiamare alla memoria una mia breve nota di qualche decennio fa, mentre mi davano del pazzo e del “massone” per le cose che andavo dicendo nella mia Maruggio riguardo alle origini del nostro popolo.
Ciò che scrivevo allora mi pare ancora attuale: «Creare “cultura in movimento” significa dare a Maruggio un posto nella storiografia ufficiale. Maruggio può farcela! E’ giunto il momento di parlare un linguaggio meno accademico, più agile, più raggiungibile. Se è vero, com’è vero, che noi maruggesi vantiamo padri nobili e antiche aurore, perché allora non tentare di raccontarle alla nostra gente? Ci troviamo di fronte al degrado più completo dei monumenti da cui è difficile rilevare persino le datazioni. Allora che fare? Come tracciare i primi percorsi culturali per dare un serio contributo? Si può partire basandoci su ciò che abbiamo, in base al visibile. Ma, attenzione, senza una buona dose di passione per la ricerca, in assenza di amore per le proprie origini, neppure ciò che è visibile riusciremmo mai a vedere. Perché ostinarsi a produrre e mostrare prodotti culturali che non appartengono alle nostre tradizioni? Perché ostinarsi a organizzare sagre che non ci appartengono? E non pensare, invece a organizzare feste in costume, rievocare gesta medievali, giacché possiamo vantare antiche origini, tanto nobili quanto sembrano inverosimili? Perché non organizzare gesta che ricordino le crociate, sia pure sotto forma di leggenda, tradizione o pura invenzione? Andando nello specifico: quali contributi possiamo offrire per raccontare Maruggio? Quali contributi possiamo dare nell’immediato? Intanto, possiamo iniziare a provare a raccontare la storia di Maruggio ai maruggesi…».
Nel corso di questi ultimi 15 anni, infatti, un “piccolo” (e scomodo) narratore di periferia ha cercato di raccontare Maruggio ai maruggesi ottenendo lusinghieri risultati e qualche “critica” fuori tema.
Il 2 ottobre scorso un gruppo di “agitatori culturali” della Pro Loco Maruggio ha tracciato il giusto percorso per raccontare Maruggio attraverso la rievocazione di una delle pagine più belle della nostra storia locale: “Attacco a Maruggio: 13 giugno 1637 – Cronaca di una giornata di pirateria turca”. Questo “sparuto” gruppo ha ottenuto un inatteso e meritato successo.
Ha ragione Anna Molendini (già vice sindaco e assessore alla cultura del paese nostro) in “Guida a Maruggio, dentro e oltre la storia”: «I tesori della nostra Maruggio…sono i nostri valori. I valori di ieri, di oggi e di domani. Sono i valori di sempre. Sono i valori di chi non c’è più, di chi ha dovuto lasciarci e di chi, più fortunato, è rimasto. Sono i valori dei nostri padri e dei nostri giovani. Sono i segni tangibili della nostra memoria e del nostro futuro. Sono i valori della nostra appartenenza. I valori della nostra identità.»
Tonino Filomena
scrittore e storico
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