L’avevano data per spacciata e ha lottato per settimane tra la vita e la morte. Oggi, dopo più di due mesi e mezzo passati tra ospedali e riabilitazione, torna nella sua casa di Mesagne Veronica, una delle cinque studentesse che furono gravemente ferite nell’attentato del 19 maggio scorso dinanzi alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi. L’esplosione dilaniò e uccise Melissa Bassi, una ragazzina di soli 16 anni. Veronica oggi ritroverà la sua famiglia e le sue amiche e compaesane che sono sopravvissute alla terribile esplosione e che sono state dimesse prima di lei.
Mentre, però, a Mesagne si gioisce per questo ritorno, da Tuturano, piccola frazione di Brindisi, si leva però una grido di dolore da una voce rimasta sinora silenziosa. E’ quella di un’altra giovane la cui vita è stata stravolta dall’esplosione, e che però si sente dimenticata. Anna, 18 anni, anche lei studentessa dell’istituto professionale Morvillo, in seguito all’esplosione ha perso del tutto l’udito da un orecchio e quasi totalmente anche dall’altro. Pur trovandosi in situazione di necessità, non ha mai ricevuto gli aiuti economici di cui sono state invece destinatarie le altre ragazze ferite. Come lei, racconta all’Ansa il suo legale, Gianvito Lillo, ci sono altri tre giovani, inclusi dalla Dda di Lecce in una lista di nove persone indicate come parti offese, ma che non hanno ricevuto aiuti come invece le altre cinque ragazze di Mesagne. Fu lei, racconta l’avvocato, a stringere la mano al ministro per la Cooperazione internazionale e le Politiche giovanili, Andrea Riccardi, in visita all’Itis ‘Giorgi’ di Brindisi agli inizi di giugno pochi giorni dopo l’attentato.
“Quella di Anna è una famiglia umile – spiega l’avvocato Lillo – abbiamo inviato una lettera ai rappresentanti di tutte le istituzioni, dalla Regione al Comune, ma per la ragazza non c’è stato lo stesso clamore che per le altre”. “Eppure – aggiunge – ha subito lesioni gravi, porta anche lei i segni indelebili della tragedia”. “Per tentare di recuperare l’udito almeno da un orecchio è costretta a curarsi a Pisa. I costi che la sua famiglia deve sostenere – spiega l’avvocato – sono molto elevati. Anche Anna, come gli altri, avrebbe bisogno di una mano”.
La giovane non è l’unica a sentirsi dimenticata. Di recente ha presentato denuncia al fianco dell’avvocato Mauro Resta anche una sedicenne di Mesagne, Aurora, che non riesce più a dormire da quel terribile sabato di primavera. Poi ci sono Andrea, un ragazzo di Brindisi, e Alessandra, anche lei una studentessa del Morvillo residente nel capoluogo. Quando comincerà il processo a Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore di Copertino che ha confessato di essere il responsabile dell’attentato, tutti gli studenti feriti potranno costituirsi parte civile. L’uomo, che è nel carcere di Lecce, ieri ha incontrato nuovamente il criminologo Francesco Bruno, consulente della difesa, e un esperto di balistica che poi ha compiuto un sopralluogo dinanzi ai cancelli della scuola.
di Paola Laforgia su Ansa.it
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