Quello appena trascorso è risultato essere un week-end molto impegnativo per i pescatori di frodo e conseguentemente lo è stato per il personale della Capitaneria di porto – Guardia costiera di Taranto.
Nell’ambito della costante attività di vigilanza condotta lungo tutto il litorale di competenza, finalizzata in particolare al controllo sull’intera filiera di pesca ed al contrasto alla pesca illegale, il personale dipendente imbarcato sulle unità navali e quello del Nucleo difesa mare di questo Comando, sono stati infatti particolarmente impegnati in una vasta operazione che ha portato in più riprese al sequestro di decine di chili di novellame di sarde, meglio noto come “Bianchetto”, nonché di numerose reti da pesca illegali, oltre ad alcune bombole da sub utilizzate per la pesca subacquea di frodo.
Il prodotto ittico sequestrato è stato successivamente distrutto in quanto dichiarato non idoneo al consumo umano da parte del veterinario della locale ASL, fatto intervenire sul posto.
L’attività ora citata fa parte di una più estesa operazione di contrasto alla pesca di frodo, che da diverse settimane ormai, vede massicciamente impegnata questa Capitaneria di porto – Guardia costiera, anche con finalità di tutela della salute pubblica e di salvaguardia del relativo mercato commerciale.
Basti citare a titolo di esempio, il recente sequestro di 3 box utilizzati illegalmente come locale di deposito e trasformazione di prodotti ittici, presso il locale mercato ittico, con sequestro e distruzione di oltre quattro quintali di molluschi bivalvi e di gamberetti, pericolosi per la salute pubblica.
Sempre l’operazione in discorso ha consentito di sequestrare alcune migliaia di esemplari di echinodermi catturati illegalmente, unitamente alla relativa attrezzatura utilizzata, n. 2 canestrelli, n. 2 erogatori e n. 2 bombole.
L’attività è stata inoltre mirata anche al contrasto alla pesca con reti abusive, tanto da portare al sequestro di n. 2 reti da circuizione e relativo prodotto ittico illegalmente pescato e a diverse reti da posta illegali, lunghe complessivamente più di un chilometro e mezzo.
L’operazione ha riguardato un po’ tutto il litorale di competenza di questa Capitaneria di porto, dal litorale di Campomarino, sino alla costa jonica lucana, in direzione di Policoro.
L’attività rappresenta, che ha voluto dare voce anche alle tante segnalazioni giunte a questo Comando da cittadini particolarmente attenti alle problematiche ambientali del nostro mare, conferma purtroppo l’ampia diffusione di queste pratiche illegali, che sebbene da un lato rappresentino, talvolta, finanche una sorta di “valvola sociale” per la sopravvivenza, in un contesto economico sempre più difficile, dall’altro non fanno che compromettere o danneggiare gravemente l’intero ecosistema marino locale, con la conseguenza di impoverire ulteriormente le relative risorse biologiche.
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