Nell’ambito di una più vasta azione di controllo relativa alla tutela dell’ambiente marino e alla repressione della pesca illegale, si è svolta nei giorni scorsi un’operazione del nucleo di polizia ambientale della Direzione Marittima di Bari che ha portato, in data 18/10/2017, al sequestro di 3 Kg di datteri , appositamente occultati dietro un telo in località Città vecchia – discesa Vasto nel Comune di Taranto e successivamente, in data 21/10/2017, al sequestro di ulteriori Kg. 8,250 di datteri, celati all’interno dell’abitacolo di un’autovettura, sempre a Taranto, in località Viale Unità d’Italia con il conseguente deferimento all’autorità giudiziaria degli autori delle violazioni.
La pesca del dattero oltre ad essere vietata in quanto specie protetta è perseguita per gli ingenti danni che causa all’ecosistema marino. Molti ignorano gli incalcolabili danni ambientali che tale attività di pesca crea sul fondale roccioso, in quanto per prelevare i datteri è necessario frantumare la roccia in cui il bivalve vive nascosto. Il danno ambientale così prodotto è talmente invasivo che per il rispristino delle zone costiere danneggiate e deturpate sono necessari decenni.
Per quanto sopra nonostante gli accertamenti volti a prevenire e reprimere tale pesca è necessaria sia un’attività di sensibilizzazione nei confronti di chi li consuma, rendendoli edotti dell’incredibile disastro ambientale che anche indirettamente causano all’ecosistema marino, sia denunciare e segnalare alla Guardia Costiera i pescatori di datteri e i ristoranti e le pescherie che li vendono.
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