Il 19 marzo al mattino presto, festa di San Giuseppe, ad Avetrana, nella piccola cappella del XVIII sec. dedicata al santo, i fedeli accorrono numerosi per pregare e inneggiare al Santo protettore dei lavoratori. Alla fine della messa vengono distribuiti i pani chiamati “pupi” di San Giuseppe ai tanti fedeli accorsi in devozione. Così ha inizio la festa in onore al Santo molto sentita ad Avetrana ed oltre alle celebrazioni religiose è accompagnata da tradizioni gastronomiche che si tramandano da decenni. Alla festa del Santo è associato un piatto della tradizione chiamato “tria” il cui nome deriva dalla lingua araba “Itrya” e significa pasta secca fatta in casa. Infatti, anticamente durante la festa venivano distribuiti in piazza i piatti di tria alle persone più bisognose dai notabili e benestanti del paese.
Nel corso degli anni è divenuta offerta e dono ai viandanti fino a divenire parte integrante del rito religioso divenendo offerta sacra per ottenere la protezione da San Giuseppe. Nella seconda mattinata, avviene la celebrazione solenne della messa in Chiesa Madre e a fine messa ha luogo la processione per le vie del centro storico con la statua del Santo portato a spalla. A mezzogiorno vi è la benedizione della tria tra piazza Giovanni XXIII e piazza Vittorio Veneto, che subito dopo viene distribuita ai presenti per degustarla. La tria è una tagliatella condita con sugo di pesce o pastelle di pesce oppure in bianco con i ceci e viene cucinata dai principali ristoranti del paese o dalle Associazioni attive sul territorio. Negli ultimi anni la festa si è colorata di scolaresche festanti e di turisti provenienti da ogni parte divenendo la festa una tra le più seguite del Salento in cui i riti religiosi si fondono con le tradizioni secolari regalando agli astanti una giornata da ricordare.
Salvatore Cosma