Anticamente nel mese di giugno, periodo della mietitura del grano, ad Avetrana e nelle campagne circostanti del comune in concomitanza dei festeggiamenti in onore a Sant’ Antonio i contadini si recavano presso la parrocchia che prende il nome del santo per ringraziarlo del buon raccolto del grano.
La festa religiosa negli anni è stata contaminata dalla tradizione popolare caratterizzata da una processione di carretti (traini) trainati da cavalli, colmi di covoni di grano appena mietuto e addobbati con altarini e immagini del santo.
La statua del santo è issata sull’ultimo carro dalle grandi ruote di legno.
La processione dei carri avviene il 13 giugno ad Avetrana e diviene ogni anno più suggestiva e affascinante, si era perduta la tradizione nel corso degli anni ma, nel 2006 è ritornata in grande stile ed è stata riproposta grazie a Don Dario De Stefano, ma anche ai racconti degli anziani del paese e ai loro ricordi che costituiscono la memoria storica.
Dal 2006 ad oggi la processione ha visto moltiplicarsi il numero dei carretti partecipanti, contagiando anche i paesi limitrofi, in effetti, in media vi sono 30 carretti, di cui 10 provenienti da altri paesi.
La processione viene aperta dai bambini vestiti con saio di tela ed un giglio in mano, seguiti dalle donne con abiti d’epoca delle contadine dei decenni trascorsi, attraversando le principali vie del paese fino ad arrivare allo stadio, in cui si esibiscono i cavalli ammaestrati con la “ballata dei cavalli” al ritmo della taranta.
Tutta la festa è organizzata in modo sapiente dal Comitato Festa Sant’Antonio che coordina la processione dei carretti, le luminarie che si snodano per le vie principali e le piazze del paese.
In Piazza Vittorio Veneto la sera del 13 giugno le bande musicali si avvicendano sulla cassa armonica, festeggiando il santo con le note degli strumenti a fiato e volgendo al cielo lo sguardo si possono ammirare i colori dei fuochi pirotecnici che chiudono la festa tra le tradizioni contadine di un tempo e l’entusiasmo e la riscoperta dei nostri giorni.
Salvatore Cosma