Il tarantismo è un fenomeno di carattere sia storico che religioso risalente al Medioevo.
Molto diffuso nell’Italia Meridionale soprattutto nel Salento.
La tradizione racconta che la tarantola con il suo morso provocava forti crisi isteriche e che l’unico modo per guarire tale malessere fosse la musica e la danza.
Le donne erano le più colpite, in quanto durante la stagione della mietitura le raccoglitrici di grano erano maggiormente esposte al rischio di essere morsicate da questo fantomatico ragno.Il rito che si svolgeva per liberare il “malato” ripete schemi di antichi rituali pagani.
Tra il 1959 e il 1960 il fenomeno viene esaminato da un equipe di specialisti.
I risultati di tale indagine furono pubblicati dall’etnologo Ernesto De Martino nel volume “La terra del rimorso. Contributo ad una storia religiosa del sud”, 1961. I casi analizzati si verificarono fra Giuggianello, Sanarica, Muro Leccese, Matino, Taviano, Ruffano ed Avetrana.
Anche ad Avetrana ci fu un caso e precisamente si trattava di una donna che abitava dal 1954 in una delle case coloniche costruite dall’Ente Riforma, e madre di 6 figli.
Nel libro si racconta che la donna era stata morsa dalla tarantola mentre era intenta a lavorare nella vigna, all’epoca aveva 38 anni e che il “periodo di tarantismo” era durato 12 anni.
Tutti gli anni la signora si recava a Galatina il 29 giugno presso la cappella di S. Paolo per effettuare l’esorcismo, finchè anno dopo anno gli effetti del morso della tarantola divenivano più flebili fino alla guarigione totale.
L’esorcismo cominciava quando il tarantato avvertiva i primi sintomi del tarantismo e chiedeva che i musicisti giungessero nella propria abitazione, oppure nella piazza principale del paese, per suonare la pizzica: una musica dal ritmo sfrenato.
La credenza voleva infatti che, mentre si consumavano le proprie energie nella danza, anche la taranta si consumasse e soffrisse sino ad essere annientata.
Spesso però capitava che il dolore fisico, provocato dal veleno del ragno, si riproponeva ogni anno e coincideva con la data del morso iniziale sino a che il ragno responsabile del morso fosse in vita.
Questa tradizione subì, l’influenza della Chiesa che introdusse il culto di San Paolo ritenuto il santo protettore di coloro che sono stati morsicati da un animale velenoso.
La scelta del Santo non è casuale poiché si racconta che egli sia sopravvissuto al veleno di un serpente nell’isola di Malta.
In occasione della Festa di San Paolo, nel mese di giugno, i “tarantati” si recano nella Cappella di San Paolo a Galatina per ringraziare “Santo Paolo delle tarante” dell’avvenuta guarigione, celebrando una sorta di messa nel ricordo di tale tradizione.
Attualmente dagli anni ’90 ad oggi la musica della Pizzica è ritornata prepotentemente alla ribalta, assumendo connotazioni internazionali, facendo rivivere il rituale della sua danza tra tamburelli, sagre, colori e feste paesane, contaminando anche i turisti provenienti da terre lontane.
Salvatore Cosma