Nei giorni scorsi, personale della Squadra Mobile ha denunciato in stato di libertà un avvocato tarantino di 56 anni per truffa aggravata e continuata in danno di cittadini extracomunitari e per falsità materiale in atti pubblici.
Allo stesso professionista è stata notificata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercizio della professione di avvocato, della durata di sei mesi.
Le indagini sono partite nell’ottobre di due anni fa, quando un cittadino del Bangladesh si è presentato agli sportelli dell’Ufficio Immigrazione della Questura Jonica, per regolarizzare la sua posizione sul territorio italiano.
Il bengalese in quel frangente aveva dichiarato ai poliziotti di aver affidato le sue pratiche all’avvocato in questione che, dietro onorario di 4.000 euro, gli aveva consegnato prima un contratto di lavoro subordinato e, dopo circa un anno, la fotocopia di un’istanza di permesso di soggiorno presentata alla Questura di Taranto.
Documenti che sono risultati falsi.
Le successive indagini hanno permesso di recuperare numerosa documentazione che ha testimoniato il consistente giro d’affari dell’avvocato che nel corso del tempo era riuscito a mettere in piedi un sistema ben organizzato per compiere simili truffe che avevano come vittime sempre cittadini extracomunitari desiderosi di regolarizzare la loro posizione in Italia.
Uno dei connazionali del cittadino bengalese, oltre a confermare la ricezione della documentazione rivelatisi falsa, ha affermato di aver versato al professionista la somma di 5.000,00 euro per ottenere il mutuo per l’acquisto di un immobile, senza raggiungere l’esito sperato.
Un altro straniero, rintracciato a Milano, ha dichiarato di essersi rivolto allo stesso avvocato per ottenere il permesso di soggiorno (di fatto mai ottenuto), anticipando la somma di 800,00 euro.
Anche all’esito dell’analisi dei tabulati telefonici, l’attività dell’avvocato è da considerarsi “seriale” e volta all’approfittamento della condizione di oggettiva inferiorità delle vittime di nazionalità straniera.
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