Bari – E’ stato colto da malore durante la colluttazione avuta con il cassiere, mentre stava per prendere i soldi in cassa: è quanto emerge dalle prime indagini svolte dai carabinieri in merito al tentativo di rapina avvenuto stamani a Bari all’interno della Banca Popolare di Puglia e Basilicata di via Napoli nel corso della quale è morto, molto probabilmente per infarto, il rapinatore, Luigi Abatantuono, di 37 anni, con precedenti penali.
Abatantuono è entrato in banca con un cappellino calato sulla testa e occhiali da sole: aveva un cacciavite in una mano e un oggetto che l’uomo ha indicato ai presenti come una ”bomba”. Minacciando i dipendenti e i clienti, è passato alle spalle di uno dei cassieri per prendere i soldi e a questo punto l’impiegato della banca ha reagito e con l’aiuto di un cliente intervenuto subito dopo ha immobilizzato il rapinatore.
Sono quindi arrivati i carabinieri, allertati con una telefonata al 112, che hanno detto al rapinatore di alzarsi da terra ma l’uomo non ha reagito in alcun modo. I militari si sono quindi accorti che era privo di sensi. E’ stato richiesto l’intervento del 118 e gli operatori, giunti sul posto, hanno tentato invano di rianimarlo. Sul posto è intervenuto il procuratore aggiunto Anna Maria Tosto.
”Luigi era un cocainomane. Noi in questi giorni abbiamo chiesto diverse volte aiuto al 113 e ai carabinieri perché stata dando fastidio, non era lui. Era un ragazzo che andava aiutato, non abbandonato”. Lo ha detto ai giornalisti che si trovano davanti alla filiale della Banca popolare di Puglia e Basilicata Vito Abatantuono, padre di Luigi, il pregiudicato di 37 anni morto presumibilmente per infarto mentre tentava di compiere una rapina in banca a Bari. ”Ci risulta sia stato ricoverato una notte e nessuno – ha detto l’uomo – ci ha avvisato: lo hanno portato via i carabinieri mentre sbatteva la testa contro un muro. Era un ragazzo che andava aiutato, non abbandonato. Noi abbiamo chiesto aiuto, non solo io ma anche altra gente. Purtroppo, oggi c’è tutta questa gente qui perché c’è il morto”. Sulle cause del decesso del figlio, che era armato con un cacciavite, l’uomo ha risposto ai cronisti: ”C’è chi ha detto che è stato pestato da uno in borghese che stava dentro, le istituzioni hanno detto che ha avuto un infarto. Non so dire altro”.
Fonte: ansa.it
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