Giovanni Maldarizzi, segretario generale UIL FPL Taranto: “Gli operatori sanitari sono ormai bersagli continui. È inaccettabile che chi salva vite sia costretto a rischiare la propria. Serve un intervento immediato per fermare questo clima di violenza.”
Un nuovo episodio di violenza nei confronti del personale sanitario si è verificato la scorsa notte a Manduria, in provincia di Taranto. Un autista-soccorritore del 118 e un infermiere sono stati brutalmente aggrediti da un uomo che stavano cercando di soccorrere, aggiungendo un ulteriore capitolo alla triste sequenza di atti di violenza che continua a colpire i lavoratori della sanità in Puglia.
Questo ennesimo episodio segue di poco altre gravi aggressioni: quella subita da un medico-urologo dell’ospedale di Casarano e le tre aggressioni verificatesi nel Policlinico Riuniti di Foggia nei soli ultimi cinque giorni. È evidente che ci troviamo di fronte a una situazione insostenibile, che richiede interventi urgenti e incisivi.
“Siamo indignati e profondamente preoccupati – afferma Giovanni Maldarizzi, segretario generale UIL FPL Taranto – per quanto accaduto a Manduria. La violenza contro il personale sanitario non solo mette a rischio l’incolumità fisica di chi ogni giorno lavora per garantire la salute dei cittadini, ma mina anche il funzionamento del sistema di emergenza e soccorso. È inaccettabile che chi dedica la propria vita alla cura degli altri debba affrontare simili minacce e pericoli.
Le aggressioni contro il personale medico e infermieristico sono un problema purtroppo radicato, ma oggi più che mai emergono con una frequenza allarmante. È essenziale che si intervenga per risolvere questa crisi. I professionisti della salute, che ogni giorno lavorano per tutelare il benessere delle persone, devono essere protetti da questo clima di intimidazione e violenza, che ormai colpisce non solo la nostra regione, ma l’intero paese. Dobbiamo ristabilire il rispetto per chi lavora in prima linea per garantire la nostra salute”.
E ancora: “I medici e gli operatori sanitari sono sottoposti a turni massacranti, spesso in contesti di estrema carenza di personale. Nonostante lo stress, continuano a garantire il massimo della professionalità. Si trovano spesso a operare in situazioni critiche, dovendo anche prevenire eventuali reazioni aggressive e pericolose da parte dei pazienti o dei loro familiari. Questo ambiente di violenza verbale e fisica è insopportabile e rischia di spingere sempre più professionisti a lasciare la propria professione per paura di ciò che potrebbe accadergli”.
“Ben vengano discussioni e incontri tra le parti, – conclude il numero uno della UIL FPL TARANTO – ma è necessario agire subito con misure concrete per prevenire questi atti di violenza, che non solo colpiscono gli individui, ma danneggiano l’intero sistema sanitario, che soffre di conseguenza. I luoghi di lavoro in cui il contatto con i pazienti è diretto devono essere resi sicuri. Si è già parlato dell’importanza di vigilanza continua, telecamere di sorveglianza e sistemi di pronto intervento, oltre alla possibilità di dotare il personale di body cam. Qualunque soluzione venga scelta, è fondamentale che sia messa in atto rapidamente. Le aggressioni sono imprevedibili, e serve un sistema che possa gestire e prevenire l’escalation di questi episodi. Garantire la sicurezza fisica e psicologica di chi opera nel campo della salute è una priorità. Allo stesso tempo, serve una campagna di sensibilizzazione che promuova il rispetto reciproco tra operatori sanitari, pazienti e familiari, creando un clima di collaborazione invece di tensione.
Oggi più che mai, chiediamo che chi aggredisce il personale sanitario venga punito con pene esemplari. La nostra pazienza è finita, e non possiamo accettare l’impunità per questi gesti vigliacchi.”
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