E per te oggi erano sempre auguri al quadrato e tu, come un bambino un po’ timido ma che non riesce a nascondere la felicità di sentirsi il “festeggiato”, rispondevi un po’ imbarazzato con un “grazie” marcato per darti un tono e non rivelare che eri felice di averci tutti con te.
Purtroppo si sono aggiunti altri giorni alla somma del tempo che mi manchi e invece dell’abitudine alla tua assenza diventa sempre più presente la tua mancanza e quelle parole rimaste nel cuore che non sono mai riuscita a dirti adesso sono sicura che le conosci tutte.
E allora penso : beato chi ce l’ha ancora un Papà e gli è stato concesso tempo per ascoltarlo, per assecondarlo e soprattutto per abbracciarlo. Beato chi può correre da lui e raccontargli le sue giornate, chi può fargli una telefonata o magari un regalo, una carezza. Beato chi può ancora sentirlo raccontare, chi può contraddirlo e poi da lui lasciarsi convincere magari solo per rispetto, per farlo felice o forse perché ha proprio ragione lui. Beato chi può ancora sforzarsi di capirlo e chi può ancora godere del suo appoggio del suo sostegno e della sua forza, perché la forza di un padre è l’unica forza capace di farti sentire davvero al sicuro e renderti possibile anche l’impossibile e, anche se a volte hai temuto il suo sguardo severo, anche se a volte avresti voluto sparire pur di non sentire addosso la sua disapprovazione, sai che nel suo abbraccio puoi trovare riparo sicuro . Beato chi ha il privilegio di farlo sentire insostituibile rendendolo felice per quel piccolo o grande aiuto che arriva sempre anche in situazioni impossibili. E beato chi può ancora ascoltare i suoi progetti da grande, chi può ancora osservare i suoi occhi che brillano e che si emozionano come se fosse per una volta lui il bambino.
Ed è quella l’ultima immagine che conservo di te …quella tenera e triste consapevolezza di dover andare tuo malgrado, quando ancora c’era tanto da fare… non per te Papà …ma per noi e insieme a noi!
Anna Marsella
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