Nel quadro del più ampio progetto di tutela della vita umana in mare e dell’ambiente marino e costiero che vede fortemente impegnato il Corpo delle Capitanerie di Porto, gli uomini della Guardia Costiera di Taranto – Nucleo Port State Control, hanno emanato in data 18 gennaio u.s., il provvedimento di fermo ai sensi della Direttiva 2009/16 della Comunità Europea recepita dall’ordinamento legislativo italiano con il D.Lgs 53 del 2011 e ss.mm. alla nave da carico “ORMI” di tipo “bulk carrier” ormeggiata presso il terminal rinfuse dell’ILVA.
Il provvedimento di fermo è stato adottato in quanto l’unità, successivamente ad una ispezione durata circa 12 ore, effettuata dagli ispettori del nucleo Port State Control, risultava essere in condizioni sub-standard secondo le normative internazionali per la sicurezza della navigazione.
L’unità battente bandiera PANAMA, è stata infatti sottoposta a fermo a causa delle gravi carenze riscontrate nel corso delle predette verifiche, tra cui si registra anche la anomala gestione di rifiuti liquidi oleosi, che se non scaricati presso una stazione di ricezione a terra, potevano essere illecitamente riversati in mare.
Al momento l’unità risulta ancora ferma nel porto di Taranto, in attesa dei controlli da parte degli ispettori del Registro di Classifica responsabile del rilascio della certificazione di sicurezza e dello Stato di Bandiera.
Giova ricordare che il Nucleo PSC della Capitaneria di Porto di Taranto, comandata dal Capitano di Vascello Claudio DURANTE, ha da sempre profuso notevoli sforzi nella lotta al fenomeno delle “carrette” del mare, ovvero navi sub-standard che, in difformità delle convenzioni internazionali, navigano con gravissimo pregiudizio per la sicurezza della navigazione e dell’ambiente marino. La tutela del mare, difatti, è uno dei principali obiettivi che persegue la locale Capitaneria di Porto, soprattutto a seguito del riconoscimento dell’area del Mar Piccolo a S.I.N. (sito d’interesse nazionale).
A testimonianza di ciò, dopo i brillanti risultati ottenuti nell’anno 2017 (nr. 45 navi straniere ispezionate di cui quattro detenute, e nr. 135 deficienze totali riscontrate) che hanno fatto registrare il vivo apprezzamento da parte del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, i dati di inizio anno sembrano confermare la stessa linea, infatti sono state rilevate già 30 deficienze su 2 delle unità ispezionate, oltre al provvedimento di fermo suddetto.
Tali dati hanno contribuito a far si che l’Italia, anche nell’anno appena concluso, si sia attestata ai primissimi posti fra i Paesi che aderiscono al Memorandum di Parigi, ossia quello specifico accordo tra le Autorità marittime di Stati limitrofi o comunque interessati dagli stessi scambi commerciali via mare, che regola l’attività del Port State Control. Quest’ultimo è il potere di uno Stato, internazionalmente riconosciuto, di sottoporre a verifica le navi straniere che scalano i propri porti, per accertarne la conformità alle norme internazionali emanate dai due Organismi Internazionali: l’I.M.O. (International Maritime Organization) in materia di safety, security e antinquinamento e l’I.L.O. (International Labour Organization) per ciò che attiene alle condizioni di vita e di lavoro a bordo.
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