Credo che la mia posizione sull’apostolato di Papa Francesco stia arrivando al centro della verità. Perché la trasparenza giunge sempre. Epura. Censura. Inquisisce in nome della “Comunicazione dialogante”.
Arriva sempre il tempo della verità. Quella certa non quella giudaica cattoleggerista bergogliana.
La chiesa di Bergoglio epura nel nome della bugia fingendo un dialogo falso.
Venerdì 27 ottobre, a Grotraglie provincia di Taranto, con la presenza di monsignor Dario Viganò, uomo di potere del gruppo bergogliano, si è consumato un atto di inquisizione.
Ai padri minimi è stato dato il diktat sul mio nome nel moderare la manifestazione. Pare che sia venuto dalla Santa Sede. Così mi ha confermato il padre superiore del convento.
Perché? Semplice e banale.
Perché la mia posizione non è in linea con il relativismo-leggerismo bergogliano. Quindi il confronto tra me e Viganò non era gradito. Anzi infastidiva una voce libera.
Viganò vuole il protagonismo ad effetto e si nota dal secondo manifesto diffuso successivamente dai Padri minimi, nel quale campeggia Viganò con l’esclusione addirittura anche degli altri loghi e del mio nome come moderatore.
Ecco perché Venerdi 27 ottobre scorso non ero a Grottaglie. Perché la “Santa inquisizione” bergogliana era intervenuta. Addirittura al manifesto iniziale come detto è stato sostituito un nuovo manifesto. Intanto i comunicati stampa erano già partiti con il mio nome.
Inquisizione. Epurazione.
Questa è la chiesa di Papa Bergoglio e del dialogante Viganò, il quale si mostra comunicante dialogante e poi in realtà impone il regime.
Si parla di Fascismo e Comunismo? Questo è Cattolicesimo!
Dire una bugia non ha alcuna importanza. Parlare di dialogo è solo apparenza.
La chiesa ormai mostra tutta la sua incapacità a vivere il tempo della trasparenza dei valori cristiani.
A Pierfranco Bruni, cristiano della tradizione in Cristo e Paolo, sui quali ho scritto diversi saggi, e la mia produzione letteraria è indirizzata alla cristianità,
e’ stata tolta la parola per moderare un convegno proprio sulla comunicazione dialogante.
È impensabile che questa Chiesa della sola apparenza possa dettare regole morali.
Una Chiesa bugiarda che non vuole contradditorio e dice bugie.
Cosa è aver detto che ero impegnato altrove la sera del 27 ottobre quando i Padri minimi, che di San Francesco di Paola alcuni di loro non hanno né carità né verità né coraggio, si prestano a nascondere la certezza e sono stati disponibili alla menzogna?
Vaticano e ordine dei minimi hanno affermato una non verità per timore del confronto.
Ma ho ascoltato da pagine fb la relazione di Viganò e mi è sembrata di una estrema banalità.
Confonde la favola russa con la struttura del racconto dei Vangeli. Mostra sicurezza nel parlare di comunicazione e sembra non conoscere che il concetto è stato trito e ritrito da Mac Luahn in anni passati. L’inserimento dialogante è chiaramente fuori luogo, ma la scivolata antropologica è sul concetto di storia e di fiaba fabula.
Insomma è mai possibile che nessuno si è trovato pronto a fargli notare che la sua premessa era un vocabolario scaduto e che di innovativo non c’era nulla? Tanta paura a chiedere delucidazioni? Tanta reverenza per un intervento fragilissimo senza alcun spessore culturale?
Comunque questo è altro discernere, eppure parlava ad adulti e ragazzi del liceo Moscati. Appunto Moscati!
La carità in prima persona… Giuseppe Moscati… di cui quest’anno si celebrano i 90 dalla morte e a nessuno è venuto in mente di parlarne…
Già! Sapete perché? Provate a immaginarlo dopo tre libri su San Giuseppe Moscati…
Qui di seguito i due manifesti, il prima e il dopo.
Una brutta pagina per i cattolici bergogliani e una conferma per i cristiani veri a Grottaglie.
Il resto alla prossima puntata.
Pierfranco Bruni
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