giovedì 21 Novembre, 2024 - 8:13:52

CARNE VALE = CARNE ADDIO O CARRUS NAVALIS = NAVICELLA DI ISIDE PORTAMI VIA

A Carnevale si sa ogni scherzo vale! Forse non tutti sanno che la parola Carnevale deriverebbe da Carrus Navalis con riferimento ad uno dei primi Carri Navali che riproduce i carri che sfilano nelle processioni primaverili e carnevalesche di questo periodo, che sarebbe stata la Navicella di Iside, costruita come ex voto in onore della Grande Madre egizia Iside, Dea della Fertilità e protettrice dei naviganti, il cui culto sarebbe stato importato anche nell’impero Romano con feste che prevedevano la presenza di gruppi mascherati, come dice lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi.

Il Navigium Isidis = Nave di Iside era un Rito in Maschera infatti per ricordare la vicenda della Dea Iside che fece risorgere il suo sposo Osiride dopo aver ritrovato, viaggiando per mari, terre e fiumi, tutte le parti del suo corpo che era stato smembrato. Quindi Morte e Resurrezione. E, come per la Pasqua, la Festa in onore di Iside cadeva esattamente nel primo plenilunio dopo l’Equinozio di Primavera.

Iside era anche Dea del Mare e protettrice dei naviganti, appellativi che la Chiesa ha poi assegnato pari pari alla Madonna, Stella Maris, anche se la nave di Iside era la Barca Lunare, notturna, con cui le anime venivano traghettate nell’aldilà, che veniva issata sul Carro, per questo detto Navale e veniva trainato da uomini che indossavano maschere che non servivano a nascondere la propria identità ma a rimandarne altre che erano in genere le anime dei defunti ma anche dei demoni dell’aldilà. Indossando le maschere degli antenati, potevano incarnarsi magicamente in loro e, attraverso loro, gli antenati potevano parlare, superando le barriere del tempo. Uno dei primi fini del Carnevale era infatti quello di raccogliere vaticinii ed ecco che gli angoli e i crocicchi delle strade si popolavano di indovini di ogni tipo che venivano consultati, tipo alla: Dimmi Tiresia! Del buon Vinicio.
Con la tradizione cattolica il Navigium Isidis è stato diviso in Carnevale = Carrus Navalis: la processione delle maschere e Pasqua: Resurrezione dello smembrato dopo l’Equinozio di Primavera.

Con riferimento alle Feste pagane dei Saturnali e Lupercali, i riti pagani per la fertilità, che si svolgevano a metà febbraio nel culmine del periodo invernale, in onore del dio Fauno detto Luperco perché teneva lontani i lupi, durante i quali si facevano cose generalmente vietate nel resto dell’anno come sacrifici propiziatori, baccanali, riti orgiastici primordiali, sovversione delle regole, insomma c’era un bel po’ di allegra confusione generale. È nella traduzione romana del Carrus Navalis che viene introdotta la burla e la beffa ironizzando sui potenti come l’imperatore o i senatori con caricature e sbeffeggi satirici.

Il Carnevale segna quindi un rito di passaggio che va dal vecchio al nuovo, aprendo le porte di un periodo di rinnovamento e sancendo il profondo bisogno di rigenerarsi, di abolire il tempo e le convenzioni per una restaurazione del caos primordiale. Era un momento dinamico dove gli spiriti del cielo, della terra e degli inferi circolavano liberamente.

Ed ecco che la parola Carnevale diventa Carne Vale = Carne Addio indicando così un periodo di feste e baldorie prima di Quaresima che poi non si poteva mangiare più carne, e allora vai con i bagordi e ci si mangia tutte le scorte della stagione invernale che sta per terminare, augurandosi così un buon inizio di Primavera con grandi abbuffate e baccanali.

Ed è così che oggi tutti, vabbè soprattutto i bambini e i veneziani, scendono in piazza travestiti, che in questi giorni si ribaltano e si mescolano i ruoli sociali e non c’è più distinzione tra poveri e ricchi, per inneggiare tutti la morte di Carnevale che ha mangiato così tanto da farsi scoppiare.

Così come l’anima ha un corpo, così il corpo indossa una maschera che, abolendo il tempo e le convenzioni, incarna una ciclicità che rinnova l’essere umano. Alla dissolutezza, segue sempre una nuova creazione del Cosmo, è questo il significato cosmologico del caos carnevalesco di fine anno.

Poi il Carnevale finisce, ed inizia, con il Mercoledì delle Ceneri, la Quaresima.

Jenne Marasco

Per approfondimenti:

Mircea Eliade, Il sacro e il profano, Bollati Boringhieri editore, Torino, 1956.

Mircea Eliade, Trattato di Storia delle Religioni. Bollati Boringhieri editore, Torino, 1949

Alfonso Maria Di Nola, La morte trionfata. Newton Compton Editori

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Notizie su Jenne Marasco

Jenne Marasco
Jenne Marasco nata a Sava dove tutt’ora risiede. Laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Lecce, Indirizzo Storico Artistico. Ha conseguito la maturità scientifica al Liceo De Sancits Galilei di Manduria. Ha lavorato in ambito culturale per Eventi e Festival di Cinema occupandosi di Comunicazione, Ufficio Stampa, Organizzazione, Recensioni di Cinema e di Storia del Territorio. Ha collaborato alla realizzazione di documentari su personaggi di rilievo come il poeti e artisti salentini, e su tematiche storiche dedicate alla memoria. Ha collaborato come assistente alla regia al documentario “Viviamo in un incantesimo” (omaggio a Vittorio Bodini 2014). Ama molto leggere ha la grande passione della scrittura.

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