CAROSINO – Le hanno sparato a bruciapelo. Shiro, questo è il nome della cagnetta presa a fucilate da ignoti dietro il recnito di un giardino. Ora lei lotta tra la vita e la morte in una clinica per animali di Taranto. Shiro una randagia di circa dieci anni molto dolce, era stata presa in cura da una famiglia che le aveva dato riparo in una casa a Carosino.
La cagnetta era stata trovata per terra insanguinata da un familiare di Marco Grastolla, proprietario di Shiro. L’animale è stata colpita da pallettoni in varie parti del corpo, nell’occhio, nel cranio, nei polmoni.
Sono incalcolabili i colpi sparati al petto e alla testa. Portata urgentemente in un ambulatorio di Taranto ora lotta contro la morte per i gravi danni arreacati agli organi vitali.
Il proprietario, Marco Grastolla, reclama giustizia e chiede aiuto per individuare i responsabili e lo fa scrivendo sul suo profilo Facebook:
“A TUTTI I CACCIATORI DI CAROSINO.
Complimenti, sparare un cane tranquillissimo dietro ad un recinto.
Tra poco torno da Taranto. Verrò a prendervi di casa uno ad uno.
O ti costituisci ai carabinieri o fatti il segno della croce.
Non mi arrabbio mai, ma questa volta butto in aria un paese intero.
Fate uscire il nome per denunciarlo o lo scopro da me. Avvertiti.”
Continua con un altro post:
“COME STA IL CANE? In tantissimi mi avete posto questa domanda e vi ringrazio davvero per la vicinanza di ognuno di voi. Mi è impossibile rispondervi ad ognuno singolarmente perciò lo faccio qui. Shiro lotta per la vita. Come ieri. Non se la passa bene e non so come andrà a finire.
Intanto grazie alla vostra partecipazione ho ottenuto molta visibilità e sono riuscito perlomeno a dare voce sull’accaduto tramite Puglia Press e il Quotidiano di Puglia (ho anche contattato Striscia e potete farlo anche voi se volete aiutarmi). Io sono stufo di vedere questa gente che fa i comodi suoi restando impunita. Non è populismo il mio. E nemmeno vendetta. Io voglio il nome per denunciarlo correttamente e lasciar fare alla legge poiché io, a differenza di questi elementi, sono una persona con coscienza in primis. Mi serve il nome però.
In questo chiedo aiuto a tutti. Una persona che spara ad un cane come fosse un esecutore nazista non è molto lontano da quest’ultimo. È uno squilibrato e va fermato, un pericolo per ognuno di noi.
Però una cosa la preciso, e ci metto la faccia.
Se scopro il nome, lo do alla legge, ma essa deve funzionare per bene e ho fiducia in questo ma, se per qualsiasi motivo la fa franca, poi la legge dovrà correre appresso a me. Io sono del parere che se non funziona essa è il cittadino in dovere di sopperire alle sue mancanze.
Ma so che non accadrà, so che se avrò il nome questa volta vedrò professionalità da parte di coloro a cui è designato il compito di far rispettare le regole e punire nella giusta misura.
Mi affido prima ai miei conoscenti e ai giornali per far uscire il nome di questo pericolo ambulante, poi mi affido a chi di competenza.
È inaccettabile lasciare impuniti gesti di questa gravità al di là che sia successo a me o ad altri. Un saluto a tutti e grazie del vostro supporto”.
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