giovedì 21 Novembre, 2024 - 0:34:35

Castellaneta – Arrestati due baresi, spararono a dei giovani tarantini dopo una lite in discoteca|I dettagli, i nomi, le foto

Marino e TriggianiTARANTO – I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del comando provinciale di Taranto e della compagnia di Castellaneta (Ta), attivamente collaborati da militari del comando provinciale di Bari, a conclusione di indagini hanno eseguito, nel capoluogo pugliese, 2 misure cautelari in carcere, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti variamente responsabili, in concorso, del tentato omicidio di quattro giovani, nonché di detenzione e porto illegale di pistola e di violenza privata continuata. Si tratta di MARINO F., di anni 33 e di TRIGGIANI S. di anni 31, con precedenti di polizia e residenti nel quartiere Japigia della città di Bari. Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Taranto, d.ssa Vilma GILLI, su conforme richiesta del P.m. inquirente, dr. Remo EPIFANI.

Le indagini sono state avviate dai militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Taranto e dalla compagnia di Castellaneta (Ta), la mattina del 09.03.2014, subito  dopo l’esplosione di numerosi colpi di arma da fuoco all’indirizzo degli occupanti di una Toyota Yaris da poco usciti da una discoteca sita in agro di Castellaneta. L’attività investigativa svolta dai carabinieri attraverso l’esame dei filmati registrati dal sistema di videosorveglianza del locale e di videocamere insistenti sui tratti stradali intercorrenti fra Castellaneta e Bari, nonché dalle dichiarazioni rese da testimoni dei fatti, consentiva di appurare che,prima delle ore 6.50 circa, all’interno della discoteca, una comitiva tarantina veniva avvicinata da un gruppo di giovani con inflessione dialettale barese, uno dei quali, successivamente identificato nel TRIGGIANI, per futili motivi, cercava di colpire con calci e pugni uno dei giovani tarantini dopo avergli detto che gli piaceva la sua maglietta ed aver tentato di strappargliela, non riuscendovi solo per la resistenza della vittima e per l’intervento degli addetti alla sicurezza della discoteca.
Pochi minuti dopo, il tarantino già “puntato” senza motivo dai baresi, nel percorrere a piedi l’area parcheggio ubicata a pochi metri dall’uscita del locale, veniva nuovamente avvicinato da alcuni soggetti appartenenti allo stesso gruppo, tra cui il medesimo TRIGGIANI, ma l’aggressione verbale non aveva ulteriori conseguenze, poiché la recinzione metallica fra le due comitive impediva il peggio. Infastiditi, i giovani tarantini, dopo aver raggiunto altri amici, si allontanavano dalla discoteca a bordo di un’autovettura Toyota Yaris. Nello stesso frangente, gli aggressori si ponevano al loro inseguimento, a bordo di due autovetture, una Opel Corsa ed una Volkswagen Tiguan, entrambe di colore bianco. Durante l’inseguimento, la Volkswagen cercava in più occasioni di speronare la Yaris con l’evidente intento di bloccarla, riuscendovi dopo aver violentemente tamponato l’utilitaria, per poi fermarsi subito dopo, all’altezza dello svincolo per la SS 106. Nell’occorso, gli inseguitori venivano riconosciuti dalle vittime negli aggressori della discoteca e quindi, temendo il peggio, il conducente della Toyota Yaris, proseguiva la marcia cercando di guadagnare la fuga, ma imboccava erroneamente una strada senza uscita. Tale errore si rivelerà fatale. Le vittime, infatti, dopo aver percorso poche centinaia di metri ed aver cercato invano di effettuare inversione di marcia, venivano raggiunte dapprima dalla Opel Corsa e quindi dalla Tiguan, che, ponendosi trasversalmente sulla sede stradale, ostruivano l’unica via di fuga.
A questo punto, dall’Opel Corsa scendeva il passeggero che, armato di una pistola calibro 7.65, si avvicinava alla Yaris ed esplodeva furiosamente tutti i colpi dell’arma da fuoco all’indirizzo degli occupanti. L’intento omicida del soggetto emergeva chiaramente dall’aver continuato a premere il grilletto dell’arma, anche quando la stessa era già scarica, così denotando la totale e piena volontà di provocare la morte delle vittime, come ha evidenziato il G.I.P. nel provvedimento. L’azione violenta, durata solo pochi secondi, sorprendeva gli occupanti della Toyota Yaris che rimanevano impietriti e scossi dalla brutalità dell’evento. A seguito della cruenta azione di fuoco, il 26enne occupante il sedile lato passeggero della Yaris ed il conducente 25enne riportavano gravissime lesioni e venivano trasportati, rispettivamente il primo presso l’Ospedale SS. Annunziata di Taranto ove veniva giudicato in “prognosi riservata” e sottoposto ad immediato intervento chirurgico, mentre il secondo presso l’Ospedale civile di Castellaneta per le cure mediche del caso. Gli altri tre occupanti del veicolo, una ragazza di 24 anni e due ragazzi rispettivamente di 28 e di 18 anni, rimanevano miracolosamente illesi.
Subito dopo l’azione delittuosa, gli occupanti della Opel Corsa e della Volkswagen Tiguan si allontanavano precipitosamente dal luogo dell’evento. L’identificazione degli odierni destinatari delle misure restrittive è frutto di un’attività investigativa articolata ed approfondita, all’esito della quale sono stati raccolti gravi, molteplici e convergenti indizi di colpevolezza a carico dei tre indagati, responsabili dei reati contestati, che collocano il MARINO F., quale autista della Volkswagen Tiguan; riconosciuto da testimoni presenti sul luogo teatro degli eventi e TRIGGIANI S., quale soggetto con il quale il giovane tarantino poi ferito in modo più grave, aveva avuto la lite all’interno della discoteca ed autore dell’esplosione dei colpi di arma da fuoco all’indirizzo delle vittime. L’identificazione di quest’ultimo, in particolare, scaturisce da una minuziosa descrizione fatta dalle vittime nonché dai testimoni oculari presenti agli eventi, che lo collocavano, durante la serata trascorsa in discoteca, in più occasioni, proprio vicino al MARINO F.. La genuinità delle dichiarazioni assunte, veniva corroborata dalle comparazioni fatte dagli inquirenti, sui fotogrammi estrapolati dal sistema di video sorveglianza della discoteca, che permettevano di comparare le fattezze dei soggetti immortalati con quelle dei tre arrestati, all’esito di un accurato lavoro di analisi antroposomatica condotta dagli esperti di videografica della Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Taranto. Il movimento delle macchine degli aggressori veniva poi immortalato da una serie di telecamere di sorveglianza insistenti sull’itinerario che li portava a Bari.
Durante le fasi di cattura, svoltesi nel quartiere Japigia di Bari, i militari sono riusciti a localizzare MARINO, che già nei giorni successivi all’aggressione si era reso irreperibile, (perché ipotizzava che la sua vettura, alla quale aveva fatto frettolosamente riparare il tratto di paraurti con cui aveva speronato la Yaris, fosse stata individuata) in un “covo” che aveva ricavato, chiudendo un vano tecnico del piano terra della palazzina di via Appulo in cui risiede, nel quale, evidentemente si rifugiava per la preoccupazione che i Carabinieri potessero rintracciarlo a casa. Il covo, un miniappartamento completamente abusivo, era arredato di tutto punto e munito di televisore, divano ed altri confort. L’uomo non è sfuggito, però al fiuto dei cani dell’Arma che ne hanno segnalato la presenza all’interno, inducendo i militari ad irrompere da una piccola finestra, durante la perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di gr. 9 di hashish abilmente occultati interno mobile.
I due, espletate le formalità di rito, sono stati associati presso la Casa Circondariale di Bari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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