MANDURIA
– A bonificare dall’inquinamento di sfridi di manto stradale uno dei più suggestivi tratti di spiaggia di San Pietro in Bevagna, ci sta pensando il mare in questi giorni di mareggiate. La forza del mare e le abbondanti precipitazioni, infatti, hanno portato allo scoperto la prova dell’occultamento di catrame sotto lo strato di sabbia.Le Fiamme Gialle, immediatamente intervenuti, sottoposero a “sequestro preventivo” il tratto di spiaggia interessato dalla discarica abusiva di “rifiuti speciali”.
Dopo il sequestro, si dava per certo che, ancora prima dell’arrivo della stagione estiva, e con essa dei tanti turisti e pendolari che frequentano la zona balneare, “qualcuno” si sarebbe dovuto attivare a far rimuovere il bitume e non solo per un fatto ambientale, ma anche ai fini in igienici sanitari e quindi, per la tutela della salute pubblica.
Purtroppo ciò non è avvenuto e i bagnanti ignari per tutta l’estate 2010 hanno preso il sole stendendosi sui loro asciugamani posti sulla sabbia che nascondeva il bitume e che con il caldo emanava cattivi odori con il rischio che questi poteva comportare per chi affetto da patologie respiratorie.
Nel mese di luglio, dopo aver sollecitato il sindaco di Manduria e l’Ufficio igiene e sanità pubblica della Asl chiedendo di adottare i provvedimenti necessari per rimuovere tale grave situazione, l’ufficio comunale Ecologia ed ambiente comunicava anche alla Guardia di finanza e al Comando di polizia urbana, di aver provveduto a “diffidare” al committente e all’autore materiale dello scarico di “rifiuti pericolosi” (indicando le generalità) a procedere alla rimozione nel termine di 45 giorni (al momento della comunicazione, erano già ampiamente scaduti). La “diffida” non è stata presa in considerazione dagli autori dell’inquinamento e così è passata l’estate senza che nessuno abbia provveduto per il ripristino dello stato dei luoghi.
Arriviamo ai giorni nostri. Le mareggiate di forte intensità e le piogge stanno facendo franare la sabbia proprio nel tratto in cui era stato coperto il manto stradale e, giorno dopo giorno, con la risacca, questo viene risucchiato in mare. Chi pagherà per tutto questo? Questa brutta storia ancora una volta, dimostra come a tutti i livelli, anche istituzionali, si è bravi nell’organizzare dibattiti in favore della salvaguardia ambientale ai fini della tutela del territorio e della tutela della nostra salute pubblica. Alla resa dei conti poi, questi sono i risultati.
Mimmo Carrieri
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