mercoledì 18 Settembre, 2024 - 19:24:25

C’era una volta il muro dei sogni: ricordi di un’estate con Schillaci e Baggio” di Stefania Chiego

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Per i primi 17 anni della mia vita, d’estate, condividevo la camera da letto con i miei nonni nella loro casa in campagna. Lo spazio era un po’ stretto, a dire la verità: la privacy era un concetto sconosciuto. Nell’estate torrida del 1990, quando avevo 14 anni, cercavo di “personalizzare” il mio angolino per avere almeno l’illusione di uno spazio tutto mio in quella vivace condivisione di vita.

Quel muro accanto al mio letto era decorato con due poster: uno di Roberto Baggio e l’altro di Totò Schillaci. Quello di Schillaci era proprio quello della foto allegata a questo post. Era l’anno delle “notti magiche”, e Baggio e Schillaci erano i re d’Italia, la coppia d’oro del calcio italiano, i due bomber della nazionale.

Amavo il calcio, seguivo il campionato e guardavo le partite. Loro erano i miei idoli, e non solo i miei, visto che per trovare un seguito così appassionato bisogna tornare a Spagna ’82 e al compianto Paolo Rossi. All’epoca, senza Google e con le immagini degli idoli che non si potevano stampare a casa, ci si procurava i poster attraverso settimanali come “Gente”, “Oggi” o “TV Sorrisi e Canzoni”. E poi c’era lui, il più improbabile tra i periodici: “Cioè”, una rivista piena di luoghi comuni e consigli amorosi, che però all’epoca era l’appuntamento imperdibile per migliaia di ragazze.

Dentro a quel miscuglio di pseudo consigli e moda, c’era sempre un poster dei beniamini del momento. Quando seppe che c’era un poster di Schillaci, corsi a comprarlo. Il giornaletto costava una piccola fortuna, 3.500 lire, una spesa non da poco per noi ragazzi, ma riuscii a trovare i soldi necessari e lo acquistai.

Ero così felice di avere entrambi quei poster: quello di Baggio, ottenuto con la Gazzetta dello Sport, e quello di Schillaci, ora appesi fianco a fianco sul muro sopra al mio letto. Che estate quella lì! Che tifo genuino! C’era qualcosa di veramente magico in quelle notti: l’Italia giocava, segnava e vinceva, e le braccia alzate di Totò erano quelle di tutti noi.

Schillaci fu capocannoniere in quel Mondiale in cui arrivammo terzi, ma chissenefrega: se una squadra ti fa sognare così, il risultato finale non lo ricordi nemmeno. Schillaci ci ha fatto sognare, e sapere che non è più tra noi dispiace. Dispiace per l’uomo, per il giocatore, e per noi che abbiamo vissuto quell’estate sospesa tra le notti magiche di Roma e le tragiche bombe di Capaci, di via D’Amelio e di via dei Georgofili del ’92.

Oggi Totò Schillaci non c’è più, ma se chiudo gli occhi, lo rivedo ancora lì, sul muro accanto al mio letto, in quella camera così affollata, ma nella quale, oggi, darei qualsiasi cosa per ritrovarmi esattamente come allora.

Ciao Totò

Stefania Chiego

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Notizie su Stefania Chiego

Stefania Chiego
Stefania Chiego nata a Manduria classe 1976, residente a Maruggio, laureata in legge, sposata e madre di una bimbetta. Amante della fotografia, dei viaggi, del buon cibo, degli animali e della vita.

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