Una poltrona rossa, in un angolo letterario, un loft avvolto da una luce morbida, i toni di voce pacati, ritmati da una levità che induce al ritrovamento di una dimensione sensoriale rilassata, predisposta ad abbracciare il dono di un racconto prezioso di una donna ad un’altra donna. Wanderlust è quel desiderio di girovagare, di perdersi in posti sconosciuti, di riscoprirsi. Quell’impulso primordiale all’avventura, all’adrenalina, alla sfida con se stessi, al volersi sentire vivi. Ornella Mellone è l’essenza di questa espressione, profondamente radicata in una donna che è in cammino costante e cosciente verso di sé. Insegnante di Tai Chi – Qi Gong Fu Style, qualche mese fa ha vissuto una esperienza di viaggio in Sud Africa.
Quando si viaggia ci si scopre spesso diverse nel modo di ragionare o affrontare le cose, rispetto a qualche anno prima, ma più forti, anche nella consapevolezza delle proprie fragilità. Ogni volta si ricomincia da capo. Ogni volta si rinasce, ma non sempre ci si lascia tutto alle spalle. Certo, non richiede uno sforzo da poco mettersi di fronte all’eventualità di riesaminare le proprie convinzioni, a cui di solito siamo affezionati e che ci forniscono quel comodo cuscino, che negli anni ha preso la forma giusta per farci sentire al sicuro. Il generare credenze, convinzioni è una delle esigenze più vitali della nostra mente, costantemente impegnata nello sforzo di comprendere il mondo e nel cercare di comportarsi nella maniera più adeguata, troppo spesso per assecondare aspettative degli atri. Ma, quando ci si accorge che questo sta allontanando dalla verità della propria impronta spirituale, diventa necessario riconoscersi. Scriveva Terenzio “tu credi in ciò che speri ardentemente” e Bacone raffinava il concetto, sostenendo che l’uomo preferisse credere ciò che vorrebbe fosse vero. Ecco perché, a volte, la vera libertà cui si dovrebbe mirare, è proprio la libertà da se stessi, da quello che nel tempo siamo diventati, con le costruzioni necessarie, le corazze indossate, i muri innalzati. Poggiando per terra lo zaino pesante, poi, si corre più veloci verso la cima della montagna, ma sebbene quella leggerezza sia una sensazione entusiasmante, più si sale e più diminuisce l’ossigeno e si fa fatica a respirare. Ecco che ci si sente disorientati, affaticati e, a volte, si provano sensazioni contrastanti, che rasentano il disagio, il fastidio. Per partire bisogna abbandonare tutte le convinzioni avute fino a quel momento. Essere disposte a perdersi, a sbagliare, a sentirsi sole, a volte. Essere disposte a ritrovare un proprio modo interiore per sopportare qualche crisi del tipo “chi me l’ha fatto fare”. E’ in quei momenti che si dovrà ricordare il perché si è lì.
Ornella è una donna che dà il suo meglio in tutto ciò che ha a che fare con la sua abilità a stabilire connessioni emotive. Cerca la pace e l’armonia in ogni sfera della vita. Intuitiva, comprende precisamente quando è opportuno smussare gli spigoli. Si prende la briga di correre il rischio di avere aspettative irrealistiche, il ché la porta a dover imparare a gestirsi. Ma, riusciti a incrinare la superficie della sua corazza, scoprire cosa ci sia dentro è qualcosa di illuminante. Le sue fotografie sono segni di un’anima libera, che ama andare oltre i limiti imposti, perché riescono a trarre beneficio da una profonda comprensione delle dinamiche del mondo. La maturità di questa donna è tanto un bene, quanto un difetto. Si è messa spesso in discussione perché consapevole di essere umana, ha imparato a riconoscere paure e fragilità, ma non le nasconde più, anzi, ci ironizza su. Il viaggio le offre maggiori occasioni per scoprirsi interiormente e innamorarsi di nuovo della vita, ponendosi domande. Credo che la risposta che lei sia riuscita a darsi è che la ricompensa che sta ottenendo, al di là di tutte le sue paure, sia talmente alta da fargliele dimenticare. Una viaggiatrice solitaria ama fare nuove conoscenze, chiacchierare con le persone del posto, immergersi nella realtà locale e scoprire le abitudini del paese e i suoi ritmi, ma anche apprezzare il silenzio di fronte a un tramonto. Lei è uno spirito creativo, trova la bellezza nelle cose semplici e percepisce l’importanza di mantenersi in contatto con l’arte.
Non sono una fotografa, anche se il linguaggio delle immagini fotografiche mi appassiona molto, perché lo trovo dirompente, al punto da far diventare accessorie le parole. E, allora, spesso, mi è capitato di riflettere se la fotografia dovesse raccontare la realtà, oppure farne una interpretazione, anche artistica, ma frutto dell’estro e della creatività del fotografo. L’abilità del fotografo è la capacità di cogliere l’attimo, concentrato di un momento simbolico, magico o la capacità di scorgere e di riprodurre una situazione, attraverso l’intercessione dei propri sentimenti, delle proprie convinzioni, delle proprie emozioni? Nel primo caso la realtà è costruente, nel secondo è solo lo spunto. La risposta di molti è che i due modi di vedere non siano in contraddizione e possano convivere. Forse è così. Ma, un conto è considerare la realtà solo un suggerimento e un altro conto considerarla il passaggio obbligatorio per raccontare il mondo.
Oscar Wilde scriveva “Non bisogna mai cercare di capire una donna. Le donne sono delle immagini; gli uomini sono dei problemi. Se vuoi sapere che cosa una donna veramente intenda (il che, comunque, è sempre pericoloso) guardala, non ascoltarla.” Guardare le foto di Ornella Mellone è come guardare lei, un’esplosione di sensazioni come le tinte forti della “sua” Africa, quella terra dove i nomi dei colori non sono sufficienti a descrivere la bellezza dei paesaggi e delle luci. La sua fotografia è una dichiarazione di vita: cattura emozioni, sentimenti, pensieri. Per vederli quei suoi sentimenti, quelle sue emozioni, quei suoi pensieri bisogna metterci i propri; allora, la foto prende vita e inizia a dialogare con chi ne riconosce l’indomita bellezza. Ma, ci sono ancora molte pagine da sfogliare, perché questa storia si vuole ancora raccontare.
Alessandra Basile
L’esclusivo servizio fotografico è stato realizzato da Domenico Semeraro per La Voce di Maruggio