domenica 22 Dicembre, 2024 - 7:15:27

Cile:addio all’inferno, si torna alla luce

Uno dopo l’altro i 33 minatori stanno raggiungendo la superficie dopo 69 giorni.

MINIERA SAN JOSE’ – Nella notte del deserto dell’Atacama, suona una sirena, si accende una luce: è il segnale che un uomo sepolto vivo a 700 metri di profondità sta riemergendo dopo 70 giorni in cui è stato in bilico fra la vita e la morte. Nell’estremo nord del Cile va avanti ormai da ore la risalita dei 33 ‘mineros’ intrappolati tramite la ‘Fenix’, la capsula del miracolo di San José. La fine del calvario dei 33 uomini (tutti cileni, tranne un boliviano), che entrerà nella storia su diversi fronti – dalle tragedie minerarie ai mass media -, è una delicata operazione iniziata pochi minuti dopo la mezzanotte e andata avanti di giorno e di notte, senza sosta.

Nel primo pomeriggio di ieri, 18 uomini erano usciti dalla miniera, mentre il ministro Laurence Golborne non escludeva di chiudere entro la notte, ora cilena. Al ‘Campamento Esperanza, intanto, tutti seguivano gli annunci dei successivi ‘arrivì dei ‘mineros’. La ‘cittadina Esperanza’ si è come bloccata seguendo minuto per minuto i ‘viaggi’ provenienti dall’inferno della miniera fatti dalla ‘Fenix’: una cabina a forma di ‘sigaro’, lungo e stretto, creato dai tecnici cileni con l’aiuto della Nasa, che assomiglia un po’ alle capsule Apollo, con la differenza che non viaggiano nello spazio, ma nella profondità della terra. Dopo due mesi di angoscia e giorni di tensione in vista dell’imminenza del salvataggio, ieri notte a ‘Esperanza’ è stato il momento della gioia e dell’abbraccio ai minatori.

Quando la ‘Fenix’ con il primo uomo – Florencio Avalos, 31 anni – è apparsa alla bocca del pozzo della miniera, l’accampamento é sembrato esplodere: urla, salti, abbracci un po’ fra tutti, parenti, ‘carabineros’, cronisti. Tante lacrime, e non solo sui visi dei familiari: scene che si sono poi ripetute, anche se in misura più contenuta, nelle successive risalite della capsula del miracolo. Il momento più emozionante a ‘Esperanza’ è stato l’attimo nel quale la capsula è arrivata a destinazione con a bordo il primo, coraggiosissimo soccorritore, Manuel Gonzalez, accolto come un vero salvatore dai 33. Fin da qualche ora prima, l’accampamento era diventato l’ombelico del mondo.

Le immagini trasmesse a Esperanza in un mega-schermo collocato davanti alle tende del ‘comedor’ (mensa) e della stampa erano le stesse viste nel mondo da centinaia e centinaia di milioni di persone, girate da sciami di cronisti e cameramen scatenati, pronti a tutto pur di non perdersi le prime reazioni e commenti dei familiari. Via via che i primi minatori riemergevano, all’accampamento un’allegria incontrollabile ha preso il sopravvento, anche grazie alle dichiarazioni e atteggiamento dei minatori, che a sorpresa apparivano tutti in buona salute. Lo showman del gruppo é stato Mario Sepulveda, che appena sceso dalla ‘Fenix’ ha saltato e abbracciato tutti, con uno spirito che ha sorpreso per esempio la ‘first lady’ cilena Cecilia Morel, alla quale si è rivolto con un

“Signora, cosa vuole che le dica, è un piacere”. Ricordando poi un po’ a tutti, soprattutto ai media, che lui continua a essere “un minatore. Certo non un artista”. Qualche ora dopo l’inizio dell’operazione, mentre in Cile era l’alba, sul ‘Campamento’, dove in tanti sono rimasti svegli, si é sentito il volo dell’elicottero con a bordo i primi minatori trasportati all’Hospital Regional della vicina Copiapò. Un altro viaggio, dopo quello della ‘Fenix’, verso l’inizio di una seconda vita.

MINATORI IN OSPEDALE, TUTTO OK MA DUE DA OPERARE – Lo stato di salute dei minatori finora salvati dalle profondita’ della miniera di San Jose’ e’ ”piu’ che soddisfacente”, anche se due di loro dovranno essere operati ai denti sotto anestesia e uno viene trattato con i farmaci per una polmonite gia’ da alcuni giorni, quand’era ancora a 630 metri di profondita’. I due hanno ”focolai d’infezione ai denti piuttosto seri” e dovranno essere operati sotto anestesia, ha rivelato il ministro della sanita’, Jaime Manalich, senza fare nomi, mentre un terzo minatore, che molti ritengono essere Mario Gomez, 63 anni, il piu’ anziano, e’ in cura per la polmonite.
Intanto i riflettori sul salvataggio dei minatori si stanno gradualmente orientando verso Copiapo’, la cittadina del nord del Cile dove, all’Hospital Regional, sono gia’ giunti alcuni dei minatori riportati in superficie per i primi controlli medici approfonditi che vengono effettuati all’ospedale Regional. Dopo un primo check-up medico alla miniera di San Jose’, i 33 vengono via via portati in elicottero, al Regional: i primi sono stati Juan Illanes, Jimmy Sanchez, Omar Araya, Alex Vega, Jorge Galleguillos, Edison Pena, Víctor Zamora, Carlos Barrios. Due piani della struttura medica sono destinati agli ”eroi” dell’ Atacama, che in queste ore sottoposti a una lunga serie di controlli alla vista, dopo due mesi di vita praticamente al buio, alla pelle, e a lastre e analisi di ogni tipo. Capoluogo della regione dell’Atacama con circa 160 mila abitanti, Copiapo’ ormai sta aspettando l’arrivo degli eroi da casa: ieri in tanti non hanno dormito seguendo la diretta del salvataggio, mentre per le strade sventolano le bandiere cilene.
Alcuni dei minatori sono molto conosciuti nella zona e basta parlare con qualche tassista locale per far emergere ricordi e racconti su quelli tra i 33 nati o residenti a Copiapo’. Tra questi c’e’ per esempio Franklin Lobos, il piu’ noto del gruppo con un passato di giocatore di calcio, conosciuto negli anni ’80, quando giocava nel Cobresal e qualche partita anche nella nazionale cilena. In sintonia con quanto e’ successo al Campamento Esperanza, nella capitale Santiago e in altre citta’ del Paese, ieri notte Copiapo’ ha fatto festa nella Plaza de Armas, mentre durante la giornata le scuole sono rimaste bloccate. Sulla ”plaza” c’erano almeno 4 mila persone a seguire su un maxischermo, con attenzione e trasporto, le emozionanti fasi del ritorno alla superficie dei primi minatori. Fra i visitatori dell’ospedale, tra gli altri, anche il presidente boliviano, Evo Morales, che poco prima alla miniera era andato a salutare Carlos Mamani, l’unico straniero del gruppo, di nazionalita’ boliviana.

Fonte: ANSA

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