MANDURIA – Gli affossatori della «Cascina» incrociano le braccia perché non percepiscono lo stipendio da due mesi e i familiari di due delle cinque salme «parcheggiate» da giorni nell’obitorio del cimitero di Manduria decidono di seppellire da soli i propri congiunti. E’ successo ieri mattina al camposanto del comune messapico dove il servizio di custodia e sepolture è affidato alla cooperativa commissariata dall’antimafia romana perché coinvolta in un filone dell’inchiesta «Mafia capitale». L’iniziativa shock delle famiglie in lutto non è passata ovviamente inosservata. Sul posto, infatti, chiamati dagli stessi parenti dei cinque defunti in attesa, sono intervenuti i carabinieri della stazione di Manduria che hanno ricevuto la denuncia e raccolto la testimonianza dei presenti. I militari hanno anche preso atto che l’intera area cimiteriale era sprovvista di custodia perché i sei dipendenti della Cascina avevano aderito allo sciopero indetto da tutto il personale. La cooperativa romana, oltre ai servizi cimiteriali, si occupa anche della manutenzione del verde pubblico, della pulizia e della manutenzione delle proprietà comunali.
Ieri mattina almeno le due salme, quelle morte cinque giorni addietro, dovevano essere necessariamente seppellite anche per motivi di natura igienico sanitaria. Quando i familiari si sono presentati per le ultime esequie, hanno scoperto l’amara verità: gli affossatori e il custode erano andati via perché in sciopero. Ci sono stati momenti di tensione e proteste così i figli dei defunti hanno caricato a spalle il feretro e lo hanno trasportato nella cappella di famiglia. Hanno poi chiamato un muratore privato che ha provveduto a tumulare la cassa con la relativa lastra di marmo. I carabinieri stanno valutando la possibilità di una denuncia per interruzione di pubblico servizio.
Nel corso della mattinata i lavoratori hanno fatto sapere che lo stato di agitazione vige già da tempo e che, a tal proposito, il comune di Manduria era già stato messo al corrente. Da premettere che gli uffici comunali hanno già da tempo regolarmente inviato i pagamenti alla “Cascina” che a sua volta avrebbe dovuto provvedere al pagamento degli stipendi dei propri dipendenti.
Nazareno Dinoi su La Voce di Manduria
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