Perugia – Colpo di scena al processo della Corte d’Assise d’Appello contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher.
Secondo la perizia, depositata questa mattina e firmata dai periti nominati dalla corte Carla Vecchiotti e Stefano Conti, il lavoro svolto dalla polizia Scientifica riguardo il gancetto del reggiseno e il coltello, considerato l’arma del delitto, non è attendibile.
In poche parole non è certo che il dna trovato sul coltello sia quello di Mez. ”Non sussistono elementi scientificamente probanti la natura ematica della traccia B (lama del coltello)”. Secondo la polizia scientifica invece, che aveva analizzato i reperti in fase d’indagine, quella traccia era sangue della studentessa inglese.
In particolare, secondo i professori Stefano Conti e Carla Vecchiotti dell’istituto di medicina legale dell’università di Roma, “dai tracciati elettroforetici esibiti si evince che il campione indicato con la lettera B (lama del coltello) era un campione Low Copy Number e, in quanto tale, avrebbero dovuto essere applicate tutte le cautele indicate dalla Comunità Scientifica Internazionale”.
“Tenuto conto che non è stata seguita alcuna delle raccomandazioni della comunità scientifica internazionale, relativa al trattamento di campioni Low Copy Number – si legge ancora nelle conclusioni della perizia – non si condividono le conclusioni circa la certa attribuzione del profilo rilevato sulla traccia B alla vittima Kercher Meredith poiché il profilo genetico, così come ottenuto, appare inattendibile in quanto non supportato da procedimenti analitici scientificamente validati”.
Insomma non si esclude che i reperti, sia il coltello sia il gancetto del reggiseno (su cui era stato isolato il profilo genetico di Sollecito), siano stati ”contaminati” nel corso di una qualunque ”fase della repertazione e/o manipolazione e/o dei processi analitici eseguiti”.
Fonte: Adnkronos
Per scriverci e segnalarci un evento contattaci!