Il 28 marzo 2019 presso il Liceo “De Sanctis- Galilei” di Manduria si è tenuta una conferenza sul tema “Le madri Costituenti” con la partecipazione dell’avvocata Marina Nenna, consigliera nazionale dell’Associazione “DIRE”, Donne in Rete. L’incontro rientra in uno degli appuntamenti del progetto formativo PON FSE “A scuola di Democrazia” per lo sviluppo delle competenze di cittadinanza globale, tenuto dal docente esperto del Liceo, prof. Giacomo Fronzi. La partecipazione è stata numerosa e ha coinvolto gli studenti delle classi del triennio e, in particolare, gli allievi del quinto anno, al fine di sviluppare la loro capacità di sentirsi cittadini attivi, che esercitano diritti inviolabili e rispettano i doveri inderogabili della società di cui fanno parte ad ogni livello, da quello familiare a quello scolastico, da quello regionale, a quello nazionale, da quello Europeo a quello mondiale, nella vita quotidiana, nello studio e nel contesto lavorativo.
L’intervento ha mirato, dunque, partendo da un excursus sulle donne che hanno partecipato alla nascita della nostra Costituzione, le “Madri Costituenti” appunto, ad approfondire tematiche di importanza attuale: i diritti umani, i diritti tra uomini e donne, le pari opportunità. Si è sottolineato quanto la politica sia ancora dominata dall’ingerenza del sesso forte e quanto la società sia prevalentemente retta da modelli maschili, questo perché la donna è purtroppo ancora considerata “la regina della Casa” piuttosto che un modello socio-politico importante: per anni la donna non ha preso parte alla politica e non ha avuto diritto al voto. Basti pensare al fatto che le donne in Svizzera hanno espresso il loro primo voto solo nel 1970. Per secoli è stata ribadita l’inferiorità della donna rispetto all’uomo e, solo in tempi moderni, dopo numerose battaglie e proteste, sono stati raggiunti i primi significativi traguardi, anche se ancora lunga e tortuosa è la strada per la conquista della parità di genere in tutti gli Stati del mondo.
E nel Lavoro? La parità tra uomini e donne è anche in tale ambito molto lontana. Quante possibilità ci sono di vedere donne al comando di aziende pubbliche o private, se ancora ci si meraviglia alla vista di una donna alla guida di un bus? Se ancora si rilevano differenze sostanziali nelle buste paga delle donne rispetto a quelle dell’altro sesso? E cosa dire degli atti di stolkeraggio e di violenza che affollano la cronaca quotidiana? I dati sono eloquenti: in Italia una donna, ogni due giorni, subisce violenze, ma ancora molte di loro hanno vergogna a denunciare i propri carnefici. La donna non è un oggetto, non è un possesso, la donna innanzitutto è un individuo e come tale va rispettato.
Stefano D’Elia
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