Riceviamo e pubblichiamo
Sono assolutamente apprezzabili le rivendicazioni di chi manifesta e l’attivismo di amministrazioni e associazioni locali nell’offrire supporto, anche giuridico, riguardo l’annoso tema del pagamento delle cartelle dei Consorzi di Bonifica, a fronte della totale assenza di benefici diretti su terreni e immobili per i consorziati.
Va detto, però, che vedersi riconosciuta la legittimità a non versare il tributo (semmai ciò sia possibile), dovrebbe essere soltanto una magra consolazione.
La Regione Puglia, infatti, anche quest’anno, ha erogato un “contributo straordinario” per la gestione dei Consorzi di bonifica, confermando una pratica che va avanti da diversi anni, attraverso stanziamenti, sempre nella media dei dieci milioni di euro.
Per dirla semplice: denari pubblici per coprire i debiti e garantire il mantenimento del personale dei Consorzi di Bonifica. Per dirla ancora più semplice: dei carrozzoni incapaci di autofinanziarsi, che nei fatti già sono una “tassa” fissa per tutti i cittadini pugliesi, al di là del pagamento o meno delle cartelle contestate.
Fino a quando il dibattito sui Consorzi di Bonifica non toccherà il tema di una loro vera riforma, nei meccanismi di governance e di ridefinizione delle loro funzioni, magari attribuendone alcune ad altri enti, continueremo soltanto a prenderci in giro, combattendo una battaglia, quella per le cartelle, che è solo la punta dell’iceberg di un problema più radicato.
Scopriremo presto se l’unificazione degli attuali quattro Consorzi, recentemente messa in campo, potrà segnare una vera svolta. Sino ad allora, di sicuro c’è che, anche quest’anno, ci toccherà pagare… a tutti.
Salvatore Luigi Baldari
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