Mi capita spesso di attraversare il parco macchine delle Autolinee Marino in Manduria. E vedo che non sono pochi i giovani del mio paese che partono verso Terre lontane alla ricerca disperata di un lavoro. E ciò mi dispiace. Siamo rimasti in pochi in questo borgo natio, sempre con meno anime in giro.
A noi, vecchi talvolta indesiderati, restano i ricordi, che io amo raccogliere uno ad uno come olive mature, per custodirli nei miei libri, al riparo da occhi invadenti. Mi domando se si stava meglio o si stava peggio ai tempi della nostra giovinezza? Tutto sommato noi vecchi siamo stati dei privilegiati, avendo vissuto due vite: una in quel piccolo mondo antico immerso nella Tradizione, l’altra nel terzo millennio che avanza in un mondo imperfetto.
Noi vecchi siamo stati piccoli eroi dei “due mondi”, abbiamo usato la spada di legno e il cellulare, abbiamo frequentato la piazza reale e quella virtuale. Siamo stati un ponte e un passaggio. E’ stato bello. Siamo stati fortunati. Ma ciò non ci libera dal veder partire i figli di questo nostro paesello verso Terre lontane e sconosciute alla ricerca disperata di un lavoro e sentirsi chiamati “Terroni” come i loro papà e i loro nonni in un tempo lontano. Forse anche per questo i “due mondi” non sono del tutto cambiati.
Tonino Filomena
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