C’era una volta un bel cane che aveva il pelo lucido e folto, le zampe agili e forti ed era bello robusto e sazio. Stava facendo una passeggiata per il bosco quando incontrò un lupo, magro ed affamato.
Il lupo aveva visto il cane e gli parlò: ”Donde vieni così lucido e bello? E che hai mangiato per farti così grasso? Io, che sono tanto più forte di te, muoio di fame!”.
Il cane gli rispose: “Se vuoi ce n’è anche per te. Basta che tu presti lo stesso mio servizio al padrone: custodirgli la porta di casa e tenere lontani i ladri la notte”.
“Ma io sono prontissimo! Adesso sopporto nevi e piogge nel bosco, trascinando una vita maledetta. Ma deve essere molto facile vivere sotto un tetto e riempirsi lo stomaco in pace”.
“Allora vieni con me!”
Il lupo, sempre più affamato, accettò, ma mentre andavano verso la fattoria vide che intorno al collo del cane c’era una spellatura: “Che roba è quella, amico mio?”
“Qualche volta, per la mia natura impetuosa, mi tengono legato, perché stia quieto durante il giorno e vigili la notte. In cambio del cibo devo rimanere legato a far la guardia, posso gironzolare per il bosco solo quando il padrone me lo permette.
Mi si porta il pane senza che io debba richiederlo, il padrone mi dà gli ossi della sua tavola, la servitù mi getta qualche boccone, gli avanzi di ognuno sono miei. Così, senza fatica mi riempio la pancia”.
“Ma allora non sei libero?” chiese il lupo.
“Eh no,”.
Il lupo rimuginò a lungo, ma poi concluse dicendo: ” Addio, caro; goditi pure le tue gioie; io non baratto la mia libertà per un regno!”. Si girò e velocemente corse nel bosco.
favola dello scrittore latino Fedro (ca. 20 a.C – 50 d.C.).
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