Un incontro che apre le presentazioni del nuovo romanzo di Pierfranco Bruni dal titolo marcatamente metaforico: “Sul davanzale delle parole”, edito da Pellegrini. Anteprima istituzionale nella elegante e prestigiosa sala della Biblioteca Nazionale di Cosenza (Piazzetta Toscano) del Mibact mercoledì 4 dicembre alle ore 17. 30, con la presenza e il saluto del Prefetto della città calabrese S.E. Paola Galeone.
Un romanzo che è un percorrere, in forma labirintica, l’innovazione narrativa di uno scrittore che ha sempre chiosato l’importanza della tradizione e della memoria mai come tempo cronologico.
A dialogare con Bruni sarà la direttrice della Biblioteca Nazionale Rita Fiordalisi. Non una presentazione consueta, ma un duettare tra una storica e scrittrice, come la Fiordalisi, e uno scrittore puro qual è Bruni, che ha affidato i suoi ultimi libri al legame tra letteratura e antropologia della filosofia. Un binomio che apre una prospettiva articolata ai linguaggi stessi del raccontare. Il tutto verrà consolidato dalla lettura di alcuni brani da parte di Lidia Matera e con gli interventi dell’editore Walter Pellegrini e il coordinamento e l’introduzione del capo ufficio stampa della stessa Casa editrice Antonietta Cozza.
Il libro di Pierfranco Bruni si inserisce, come si legge anche nella prefazione di Annarita Miglietta, linguista dell’Università del Salento, in quel viaggio che parte da “La bicicletta di mio padre” sino al romanzo meta storico “Cinque fratelli” scritto in collaborazione con Micol Bruni. Ma tra il 2011 e il 2016 il mosaico si è cesellato con romanzi come “Che il dio del sole sia con te” e “La pietra d’Oriente” (tutti testi editi da Pellegrini), con un saggio romanzato come “Il viaggio accanto” (della Ferrari editore) e un libro di una importanza peculiare come “Il sortilegio della speranza”, edito da Tabula fati, nel quale lo specchio e la maschera sono visioni fabulistici ed alchemici.
Un decennio ultimo di scrittura che ha dato vita ad un mosaico in cui l’orizzonte del tempo è diventato la roccia miliare, in cui i paesaggi metafisici hanno incontrato simboli particolari come la casa, il paese, lo sciamano, il cappellaio magico, le danzatrici e i volti di un Oriente che hanno sigillato l’incontro tra letteratura e filosofia.
Con “Sul davanzale delle parole” Pierfranco Bruni apre una prospettiva allo sguardo (guardare la parola nell’ascolto) per il quale si ha bisogno di uno specchio: lo specchio della parola che diventa la curiosità lirica del linguaggio onirico e sublime. In questo romanzo non c’è soltanto lo scrittore, ma l’uomo che si confronta con lo scrivere e con il suo tempo. Un tempo sempre circolare nel quale ricompare la lezione agostiniana mistica e non teologica.
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