Non è una trovata trovata pubblicitaria per Halloween su Facebook ci sono i “profili dei defunti“.
Si tratta di una cosa molto seria, legata, pare, alla perdita di un caro amico da parte di un collaboratore del network, .Max Kelly, uno degli sviluppatori di Facebook, in occasione della morte di un collega ed amico, insieme al resto del gruppo, si sono chiesti cosa ne sarebbe stato del suo account personale. Dopo intensi dibattiti, la decisione è stata presa: se una persona ci lascia, non è detto che per forza debba lasciare i Social Network dato che il suo ricordo può vivere per sempre sul Web. Oltre al dolore, la domanda che è sorta è stata: “cosa fare del profilo del defunto?”. Ed ecco la soluzione: i profili di chi ci ha lasciato verranno “congelati” e saranno per sempre disponibili per gli “amici” sul sito. Soltanto dietro esplicita richiesta dei parenti, però, che dovranno dimostrare di essere tali e compilare un apposito modulo sul sito.
Come spiegano a Facebook, nell’account commemorativo verranno rimosse alcune informazioni riservate e la privacy verrà impostata in modo che solo gli amici confermati possano accedere al profilo o trovarlo nelle ricerche. La bacheca continuerà ad essere visualizzata, consentendo ad amici e familiari di pubblicare post in ricordo della persona scomparsa.
Che dire, in questa notizia leggiamo soprattutto tanta, commovente e un po’ americana ingenuità. Ci fa paura però pensare, visto il successo dell’iniziativa, che ormai non siamo più capaci di piangere silenziosamente un amico dentro di noi e abbiamo bisogno di una bacheca “virtuale” dove commemorarlo e per ricordarci della sua esistenza.
Però forse questo è un pensiero ipocrita: già Ugo Foscolo esaltava i sepolcri come rifugio della memoria e sprone per i viventi, e nella nostra epoca, dove spesso si vive distanti dai cimiteri dove riposano le persone amate, la cui tomba è spesso nient’altro che un loculo rettangolare, tanto vale una lapida elettronica.
E ci sovviene che già in tempi non sospetti, qualcuno aveva paragonato le foto dei profili di Facebook a delle effigi mortuarie.
Liberamente tratto dall’articolo originale di Federico Guerrini
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