ROMA – Entra in vigore da oggi la norma sulla nuova ricetta del Servizio sanitario nazionale: la prescrizione medica dovrà recare solamente l’indicazione del principio attivo, e non il nome commerciale del farmaco. La norma permette dunque una scelta maggiore a vantaaggio dei farmaci generici e non, come accadeva spesso, a quelli equivalenti ma “di marca”.
Al medico resta comunque la possibilità di indicare il nome commerciale della medicina specificando che questa “non è sostituibile”: in questo caso, però, dovrà giustificare la sua scelta con una breve motivazione scritta. Le disposizioni – sottolinea il ministero della Salute – “non riguardano le terapie croniche già in corso”.
Il paziente, poi, avrà comunque la possibilità di chiedere al farmacista un medicinale, sia equivalente che di marca, con lo stesso principio attivo ma con un costo più alto, pagando a proprie spese la differenza di prezzo.
Nei prossimi due mesi, ha fatto sapere il ministero, verranno adeguati anche i sistemi informatici dei medici, che nel frattempo dovranno compilare a mano, parzialmente o totalmente, la prescrizione.
Secondo il maggior sindacato di categoria, la Federazione italiana medici medicina generale (Fimmg), i medici hanno 30 giorni di tempo per adeguarsi alle novità sulle ricette. E non si rinuncia a qualche polemica: secondo Silvestro Scotti, vice segretario nazionale Fimmg, ci sarebbe stata una “mancanza di adeguate informazioni ai cittadini. Gli utenti – sostiene – non avranno il tempo di dotarsi delle opportune documentazioni da produrre al medico che li vede occasionalmente e che quindi non ha strumenti di valutazione, se non la dichiarazione verbale del cittadino, per collegare le proprie decisioni a un primo episodio di patologia cronica o a un nuovo episodio di patologia non cronica”.
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