Pierfranco Bruni pone la parola di Dante nel cammino dell’uomo contemporaneo, ma entrare nella cognizione del patire è un viaggio nel destino di Dante certamente ma del mostro destino. Il patire è un partire alla ricerca della Luce. Va oltre ogni porto e supera il sottosuolo delle ombre.
Il nuovo libro di Pierfranco Bruni, dedicato appunto a Dante, dal titolo “L’impossibile pietà di Dante”, edito da Solfanelli, è un pellegrinaggio tra le voci e i segreti della filosofia e della Canzone di Dante. Sottolinea la necessità di superare il bene e il male cercando di convivere con una impossibile pietà.
Una lettura che ha due riferimenti esistenziali e ontologici. Da una parte Nietzsche e dall’altra Maria Zambrano. Anche quando si tratta di argomentare linguaggi, come quelli del canto moderno, Pierfranco Bruni penetra il senso della verità delle “anime salve”, che vagano nel regno di una drammatica Spoon River. Ma è l’impossibile pietà che domina tutto il contesto nel quale Bruni esplora i dettagli metafisici dell’Opera di Dante. La stessa pietà è un patire.
Una lettura singolare e originale si compie in questo coinvolgente pensare. Porta sulla scena il naufragio, l’esilio, la compassione, il tragico, il perduto, la ri-nascita. L’impossibile pietà è il labirinto filosofico di un Dante poeta che abita la contemporaneità.
L’IMPOSSIBILE PIETÀ DI DANTE – Autore Pierfranco Bruni
Edizioni Solfanelli – [ISBN-978-88-3305-362-2]
(Pagg. 144 – € 11,00)
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