TORRICELLA – Otto persone denunciate per abusi nella gestione di appalti per gli interventi diretti al risanamento dell’arenile corroso dalle mareggiate, delle barriere a mare e del rinforzo delle rocce lungo il litorale di Torre Ovo. I finanzieri della Tenenza di Manduria hanno segnalato due ingegneri della Provincia di Taranto, per illeciti in materia di appalti pubblici e abuso di ufficio, tre ingegneri liberi professionisti, incaricati dalla Provincia per la progettazione e direzione lavori, per concorso in abuso di ufficio, due rappresentanti legali dell’impresa appaltante e sub-appaltante e il proprietario del fondo, che ha beneficiato dei finanziamento pubblici, per truffa aggravata. Secondo il progetto iniziale, le opere, finanziate attraverso il fondo pubblico “Por Puglia 2000-2006” per un importo di circa 750 mila euro, avrebbero dovuto prevedere Il posizionamento di una barriera artificiale con grossi massi di cava (di svariate tonnellate) a circa 100-150 metri dalla battigia, al fine di contrastare l’avanzata della corrosione di parte della spiaggia e, conseguentemente, della strada litoranea e il risanamento e la ricostruzione della spiaggia demaniale, mediante il riposizionamento di sabbia marina avente la medesima caratteristica di quella naturale, proveniente da residui di dune e fondali marini. I lavori, sono stati aggiudicati ad un raggruppamento temporaneo di imprese con sede a Messina che, a sua volta, ha subappaltato ad imprese locali i lavori finanziati, senza che venissero effettuate le prescritte comunicazioni agli organi competenti.
Le Fiamme Gialle hanno accertato che una parte della spiaggia sulla quale sono stati eseguiti i lavori di ripascimento è risultata essere non demaniale bensì di proprietà di un attiguo residence estivo, ad uso esclusivo dei propri clienti. I lavori sono stati eseguiti in violazione al capitolato di appalto, ovvero posizionando materiale di risulta proveniente da demolizioni edili anzichè i previsti massi di cava, nonchè terriccio tufaceo in sostituzione della sabbia marina. Secondo l’accusa i tecnici della Provincia, non avrebbero eccepito alcuna difformità rispetto al progetto finanziato, rilasciando le attestazioni di conformità che hanno permesso la successiva liquidazione delle somme stanziate. L’inchiesta era nata da un esposto presentato dall’ambientalista savese, Mimmo Carrieri.
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