MANDURIA – Il campione manduriano Paolo De Vizzi, dall’altro ieri agli arresti domiciliari perché indagato nell’inchiesta su un presunto traffico di medicinali dopanti, rinuncerà al tentativo di migliorare il suo stesso record di immersione in programma dal 26 al 29 giugno. L’impresa che si sarebbe dovuta tenere nella marina di Nardò, in provincia di Lecce, prevedeva la permanenza sott’acqua per almeno 50 ore di continuo. «Una decisione molto sofferta ma necessaria», ha dichiarato l’atleta disabile per bocca dei suoi avvocati, Lorenzo Bullo e Mimmo Micera di Manduria. Per oggi i responsabili del suo staff tecnico, invece, hanno organizzato una conferenza stampa in cui ufficializzeranno l’annullamento del tentativo di record. «Così facendo – spiegano dal suo entourage -, il campione vuole allontanare da ogni sospetto tutte le persone, le organizzazioni, gli enti, gli sportivi e i professionisti che credono in lui». Dall’altro ieri detenuto nella propria casa a Manduria, il recordman è distrutto. «E’ ancora sotto shock, dice continuamente di vivere un incubo e si scusa con tutti i suoi numerosissimi fans e chi ha creduto in lui», fanno sapere i suoi legali che mostrano un certo ottimismo. «Il signor De Vizzi, pur consapevole dell’attività investigativa che lo ha portato ad essere coinvolto nelle note vicende – affermano i due legali – si dichiara completamente estraneo ai fatti per come sono stati contestati e con serenità attende di poter chiarire ogni eventuale dubbio o circostanza che possa collegarlo ai reati che gli vengono attribuiti. Continua >>
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