Dedicato a Francesco Grisi a 20 anni dalla morte, con un intervento di Pierfranco Bruni, il Focus del 33° Premio Nazionale Troccoli Magna Graecia al Teatro Comunale di Cassano Ionio sabato 18 maggio
Il Prefetto di Cosenza Paola Galeone aprirà la Cerimonia conclusiva del 33° Premio Nazionale Troccoli Magna Graecia, che si svolgerà nel teatro comunale di Cassano all’Ionio, sabato 18 maggio alle ore 18, alla presenza di autorità comunali, provinciali e regionali, nonché di docenti e discenti dei numerose istituti scolastici della Calabria.
Alla 33esima edizione del Premio hanno già concesso il proprio patrocinio la presidenza della Province di Cosenza e di Catanzaro, la Città di Cassano all’Ionio, nelle persone della Commissione straordinaria, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il Sindacato Giornalisti Calabresi, l’Ordine dei Giornalisti della Calabria, la Presidenza del Circolo della Stampa Pollino Sibaritide mentre altri enti e ministeri lo hanno preannunciato.
Il focus di approfondimento sarà incentrato su: Francesco Grisi, lo scrittore della memoria a 20 anni dalla scomparsa, con l’intervento dello scrittore Pierfranco Bruni, suo biografo, che delineerà il profilo della sua presenza nel contesto letterario del Novecento.
Proprio a Pierfranco Bruni, coordinatore scientifico del Premio sin dalla sua istituzione, abbiamo rivolto alcune domande.
È indicativo dedicare il Focus di approfondimento culturale a Francesco Grisi. Con quali obiettivi?
“Resta fondamentale l’elemento letterario di questo Premio. La figura di Francesco Grisi si inserisce in una visione ampia di vera e grande letteratura in cui la religiosità e il mistero costituiscono il punto di riferimento tra letteratura e spiritualità. Grisi ìè un punto di riferimento quella scrittura alta che recupera la mediterraneità attraverso la memoria e il mito. Temi che il Premio ha sempre trattato e attraversato con i vari riconoscimenti nel corso degli anni”.
Dopo 33 anni di promozione culturale, cosa resta dietro il premio?
“Non solo un premio. È facile dire premio. Ma dietro a 33 anni di attività culturale nel nome di Giuseppe Troccoli ci sono modelli non solo culturali e di processi dialettici, ma c’è tanta forza e amore per il territorio che sono espressioni di una volontà in cui la passione si è legata alla fedeltà. Il Premio Troccoli che successivamente si coniò con la aggiunta di Magna Grecia ha confermato uno spessore culturale di personalità di primo piano nel dibattito contemporaneo ma ha avuto altresì di dare grande spazio ai giovani, agli esordienti, alle opere prime. In questi 33 anni di generazioni ne sono passate”.
È stato proficuo il coinvolgimento delle scuola in una apposita sezione?
“Il Sud e il Mediterraneo come chiavi di lettura attraverso l’esempio, la testimonianza, il mettersi in gioco costantemente. I ragazzi delle scuole sono stati e sono una trincea. Il coinvolgimento delle scuole è sempre un aprire le finestre e le porti al confronto, alla dialettica tra scuola come educazione e la cultura come esperienza. 33 anni sono una “resistenza” nel nome di una civiltà alta. Dalla Magna Grecia a Giuseppe Troccoli. È questo uno dei percorsi tangibili di questi anni”.
Parallelamente al premio sono state organizzate altre manifestazioni complementari?
“Al premio non sono mai mancati i convegni e la lettura storica della letteratura del Novecento. Non è mai mancato il coraggio di verificare anche il valore tra arte e letteratura. Le personalità ospitate dal premio hanno lasciato il loro prezioso contributo di idee attraverso la loro presenza la loro parola i loro libri. Nomi eccellenti hanno viaggiato insieme a tutti noi. Una lunga biografia che annovera robustezza ma mai i segni del tempo”.
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