Sono passati ormai sette anni da quel caldo giorno di agosto che determinò la fine della giovane vita di Sarah Scazzi, in quello che venne chiamato e che ancora oggi è noto come “Delitto di Avetrana”: era, infatti, il 26 agosto 2010 quando la giovane Sarah, fiduciosa e serena, si recava in casa Misseri senza sapere ciò che sarebbe accaduto, di lì a breve. Una fiducia, quella che Sarah nutriva nei confronti della zia e della cugina, che è stata mal riposta: infatti, la povera ragazzina non avrebbe mai immaginato il destino che le sarebbe toccato, in quel 26 agosto di sette anni fa.
Secondo quanto è emerso dalle ultime notizie sull’omicidio di Sarah Scazzi, Sabrina Misseri, già condannata all’ergastolo per aver ucciso la cugina, sarebbe stata l’autrice spietata di un omicidio che non merita nessuno sconto di pena. Sarebbe infatti impossibile rendere possibile uno sconto della pena a causa della freddezza con cui la ragazza si è mossa per uccidere la povera cugina: i comportamenti portati avanti da Sabrina, infatti, denotano un atteggiamento spregiudicato e freddo, calcolatrice e strumentalizzato, anche in merito a tutto il contesto successivo all’omicidio. In molti ricorderanno, infatti, la strumentalizzazione messa in atto, in maniera fredda e lucida, per deviare i media e le investigazioni, ai fini di non essere “scoperta” dalle autorità competenti.
Lo sconto della pena viene negato anche al Cosima errano che, secondo i giudici, da persona adulta e quindi responsabile avrebbe dovuto placare “l’aspro contrasto” sorto tra le due cugine e non fomentare l’odio tra le ragazze rendendosi “direttamente protagonista del sequestro della giovane nipote partecipando, poi, materialmente alla fase commissiva del delitto”.
Le motivazioni
“Il delitto doveva ascriversi a due persone – scrive la Cassazione- da identificare nelle imputate” e “l’omicidio era stato consumato mediante strangolamento”, attraverso una “struttura nastriforme”, quale una “cintura”. Sul corpo della vittima, non sono stati rinvenuti “segni di lotta o legati al tentativo di allentamento della cintura stretta al collo, come reazione istintiva al soffocamento che si stava compiendo”, scrivono i supremi giudici, ricordando gli esiti di autopsia e perizie, e la “vittima non aveva opposto alcuna resistenza”.
“Concorso sinergico”
Lo strangolamento “non poteva essere quindi opera di un unico soggetto – si legge nella sentenza – ma doveva essere avvenuto per effetto del concorso sinergico di due persone, l’una che aveva posto in essere la specifica azione di soffocamento da dietro alla vittima, e l’altra che le aveva inibito ogni tentativo di difendersi”. Le “uniche due persone presenti in casa”, rileva la Cassazione, erano proprio Sabrina Misseri e Cosima Serrano.
Una fredda pianificazione
Analizzando il motivo di ricorso con cui Sabrina Misseri chiedeva le fossero concesse le attenuanti generiche, la Suprema Corte ha sottolineato come “una serie di dati scrutinati e posti a fondamento della decisione” qualificano “le modalità commissive del delitto ed evidenziano la fredda pianificazione di una strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti, al conseguimento dell’impunità”. Nelle motivazioni, si spiega come a cugina di Sarah “rese interviste, strumentalizzando i media, e deviò le investigazioni, ponendosi, in fase immediatamente successiva al delitto, come astuto e freddo motore propulsivo delle stesse in direzione di piste fasulle”.
Per scriverci e segnalarci un evento contattaci!