MANDURIA – Mentre i partiti e i comuni nicchiano e le associazioni lanciano proclami, i tecnici dell’Acquedotto pugliese sono già all’opera per preparare il cantiere del nuovo depuratore consortile di Manduria, Sava e delle marine. Pare, infatti, che inviati dell’ente regionale che gestisce le acque e gli impianti di depurazione in Puglia, si siano recati sul posto per fare i primi rilievi sull’area destinata agli espropri (tra la zona Urmo Belsito e il mare) dove saranno costruiti i canali che porteranno i liquami nella condotta sottomarina con sbocco a Specchiarica. I tecnici, armati di metro e strumentazione tecnica, prendevano evidentemente le misure per l’imminente perimetrazione del cantiere. Se ne sono accorti i Verdi di Manduria che con il loro consigliere Gregorio Perrucci preparano le prossime mosse: «presenteremo una richiesta di Consiglio comunale monotematico da tenere in un luogo simbolo esterno alla sala consigliare, magari proprio sul posto destinato ad accogliere l’impianto», afferma Perrucci che cerca consensi anche nella maggioranza. «Un tema così importante – dice – non può avere steccati ideologici o politici». Così una prima sponda l’ha ottenuta proprio dal presidente della seconda commissione consigliare, Nicola Dimonopoli (Pdl). «Faremo il possibile e anche l’impossibile per scongiurare tale sciagurata opera», promette Dimonopoli che a giorni riunirà la commissione proprio con questo obiettivo. «Certe scelte – aggiunge il consigliere di maggioranza – non possono passare sulla testa delle popolazioni che sull’argomento, tra l’altro, si sono già espresse molto chiaramente: il depuratore così com’è stato progettato, non lo vogliono e noi partiti siamo con loro». Il tema della discussione è noto: si al depuratore, no allo scarico a mare. L’alternativa prospettata e caldeggiata da tutti sarebbe quella di affinare i liquami sino al livello di tabella 4, massimo della filtrazione, e utilizzare le acque in agricoltura. Un impianto simile avrebbe un costo di gran lunga superiore a quello cui sono disposti a pagare l’Aqp e la Regione Puglia. «Ma quando si parla di igiene pubblica e di economia di un intero territorio, non si può badare al risparmio», dichiara ancora Dimonopoli che è disposto anche a scendere in piazza in una manifestazione pubblica.
Fernando Filomena
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