Riceviamo, e pubblichiamo, l’intervento dell’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Avetrana, Francesco Saracino.
«La politica dovrebbe essere uno strumento di unione al servizio del cittadino, di riflessione perché condiviso e di risoluzione dei problemi. In una società che si dice civile, non si può immaginare che le decisioni importanti non possano avere un effetto domino. E, per tale motivo, non essere precedentemente dibattute ed affrontate su tavoli condivisi e di discussione seria e proficua.
A tal proposito, le decisioni prese nell’ultimo Consiglio comunale di Manduria riguardo lo scarico complementare del depuratore nel bacino di Torre Colimena, aprono un profondo solco di opportunità, interessi ed anche di comunicazione, tra gli attuali amministratori di Manduria e quelli dei comuni limitrofi, fra i quali Avetrana. Considerato che il territorio in questione è senza dubbio appartenente al comune di Manduria, ma abitato per la stragrande maggioranza dagli abitanti di Avetrana e dei comuni attigui, si sottolinea come la massima espressione di autorità sanitaria, individuata nel sindaco di Manduria, non abbia non solo tenuto in considerazione questo dettaglio, ma, ancor più, non si è voluto dare corso ad una modalità di dialettica pari e democratica.
Ciò su cui il comune di Avetrana pone l’accento non è certamente negare il diritto ad un impianto di depurazione ai cittadini di Manduria e Sava, né tanto meno permettere che si perpetri il reato ambientale, tanto millantato, causato dal depuratore attuale e dall’assenza di una rete fognante nelle marine.
Ciò che sta a cuore ai cittadini avetranesi è innanzitutto il forte legame che li lega al territorio di Urmo Belsito e l’amore viscerale per un territorio che solo amministrativamente è di competenza altrui. Tutti gli avetranesi, vorrei ricordare, hanno passato e passano tutt’ora i periodi estivi in quel territorio che si vuole tutelare o dotare di un turismo di qualità (chi non lo vorrebbe?)
Non si può ignorare il giudizio di un importante ente come l’Arpa, che chiude un proprio documento sostenendo “l’impossibilità ad esprimersi sullo scenario emissivo considerato nello studio d’impatto e conseguentemente sulla valutazione modellistica prodotta “. Infatti, la valutazione di impatto odorigeno agli atti non include le cosiddette ulteriori sorgenti areali passive come le vasche di accumulo, i buffer ecologici e le trincee di assorbimento. In parole semplici, nessuno garantisce la mancanza di “puzza” negli ambienti contigui, in particolare proprio in zona Urmo Belsito.
Il timore degli avetranesi, sottovalutato e per questo non elaborata, è che lo scarico complementare a Torre Colimena possa essere alimentato tutti i giorni dalle trincee drenanti e che quindi vada ad incidere negativamente sul delicato ecosistema dello stesso bacino.
Quindi, bene hanno fatto i consiglieri manduriani di opposizione a stigmatizzare la scelta dell’Amministrazione comunale manduriana, bene hanno fatto ad ascoltare le richieste del popolo, le richieste di un territorio che reclamava un progetto alternativo condiviso quanto più ampiamente possibile.
Avetrana e gli avetranesi non smetteranno mai di difendere il territorio da chi troppo semplicisticamente “e soprattutto con una modalità veloce”, non ha accettato soluzioni alternative! Se la fase autorizzativa però appare completata, siamo fiduciosi in merito alla circostanza che i cittadini non permetteranno facilmente che le autorizzazioni si traducano in opere… e pertanto, l’attenzione nei confronti del problema si sposterà obbligatoriamente su altri tavoli».
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