AVETRANA (Taranto) – Diecimila persone si sono radunate nel campo sportivo di Avetrana per dare l’ultimo saluto a Sarah Scazzi, la quindicenne di Averana uccisa dallo zio il 26 agosto e il cui corpo è stato trovato due giorni fa dentro una cisterna. Al funerale ha partecipato l’intera cittadina, oltre a tanta gente arrivata dai comuni limitrofi. Nello stadio erano state messe più di duemila sedie, ma molti dei presenti sono rimasti in piedi e l’unica gradinata coperta dello stadio era gremita. Davanti alla bara bianca si sono seduti il padre e il fratello di Sarah. La madre è arrivata a cerimonia già iniziata e si è seduta accanto al figlio: non ha partecipato al rito religioso in quanto testimone di Geova. Alla fine della funzione ha lasciato immediatamente lo stadio scortata dalle forze dell’ordine, mentre il marito e il figlio sono rimasti per ricevere le condoglianze delle autorità.
«FUTURO STRAPPATO» – «Sarah era una ragazza solare, allegra con tanta voglia di fare. Per questo suo carattere viveva un bel presente e avrebbe vissuto un bellissimo futuro». Così Claudio Scazzi ha parlato della sorella nella celebrazione religiosa. Doversi gli interventi di familiari, amici, del sindaco e di rappresentanti delle associazioni dal palco si cui campeggiava un grande crocefisso. La messa, celebrata da don Dario De Stefano, non ha seguito il rito ordinario ma solo la liturgia della parola e la benedizione funebre. Questo perché Sarah Scazzi non era battezzata. «A te solo signore la giustizia, a noi la vergogna sul volto – sono le dure parole pronunciate dal parroco della chiesa del Sacro Cuore di Avetrana -. È un giorno triste che chiude un tempo di attese, sofferenze, speranze e delusioni. Sarah è e resterà nel cuore di tutti noi e credo di tutti gli italiani». Il parroco si è poi rivolto ai giovani presenti: «Non è vero che i giovani sono vuoti, sono solo fragili. Non abbiate paura di raccontare i vostri dubbi, i vostri desideri a chi vi ama veramente e può donarvi un giusto consiglio. Non chiudetevi nella vostra solitudine che può diventare oscurità e angoscia». Un gruppo di bambini ha parlato dal palco: «Ci sono tanti angeli in cielo e troppe bestie sulla terra». Poi le amiche di Sarah: «Avevi tanti sogni che non si realizzeranno più. Anche se non tornerai più, nelle nostre vite resterai ugualmente per sempre». Anche il sindaco di Avetrana Mario De Marco è intervenuto alla cerimonia: «È questo un giorno triste per tutti noi. Signora Concetta – ha detto rivolgendosi alla mamma della ragazza – sei una madre eccezionale».
FIORI BIANCHI – La bara, portata a spalla dagli uomini della Protezione civile e coperta da mazzi di fiori bianchi, è stata accolta nello stadio da forti applausi. Su un lato del campo da gioco c’è il palco con un altare e un grande crocefisso. Tanti i bambini e i ragazzi, che manifestano l’affetto e il dolore per la scomparsa della 15enne con scritte su striscioni e cartelli colorati. La bara è arrivata dopo un lunghissimo e mesto corteo a piedi per circa un chilometro, dalla camera ardente allestita nell’auditorium intitolato ai caduti di Nassirya, accompagnata da persone con fasci di fiori, dagli amici e compagni di scuola di Sarah e dai gonfaloni dei comuni e delle scuole della provincia. In testa c’erano il fratello Claudio e il padre Giacomo. Appena fuori dalla camera ardente sono state liberate due colombe bianche e il gesto è stato accompagnato da applausi e commozione. Tra le corone di fiori presenti se ne notano due, quella dei “detenuti della casa circondariale di Taranto”, dove è rinchiuso lo zio di Sarah Michele Misseri, e quella di “Avetrana tutta”. Nella città, per disposizione del Consiglio comunale, è stato istituito il lutto cittadino.
CAMERA ARDENTE – Nella camera ardente è stato un viavai continuo di persone. Il primo ad arrivare è stato il padre di Sarah, Giacomo, seguito poco dopo da Cosima Spagnolo, moglie di Michele Misseri, che ha preso posto alla sua sinistra. Dopo circa un’ora è apparsa anche la figlia maggiore Valentina. Le due però sono uscite immediatamente all’arrivo della madre di Sarah, Concetta Serrano Spagnolo. A dare l’ultimo saluto a Sarah anche gli amici e i compagni di scuola: la maggior parte degli studenti dell’istituto alberghiero Mediterraneo di Marugio non sono andati in classe per poter partecipare al rito funebre. La camera ardente è rimasta aperta tutta la notte e sabato mattina per il forte afflusso di persone. Ai due lati dell’ingresso dell’auditorium c’erano due carabinieri e all’interno due vigili in alta uniforme hanno presidiato i lati della bara bianca. In rappresentanza del governo c’era il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano: «Sono qui – ha detto – per esprimere a nome del governo la solidarietà e le condoglianze per un dolore che ci ha colpiti prima che, come istituzioni, come padri, come persone e come cristiani».
RICOSTRUZIONE – Sul fronte delle indagini ci sono state nuove ammissioni di Misseri, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip del tribunale di Taranto. Le molestie sarebbero cominciate intorno alla metà di agosto. Almeno altre due volte lo zio avrebbe tentato pesanti avances verso la nipote, regalandole poi dei soldi. Particolare questo che, sembra, la ragazzina avrebbe raccontato alla madre. Il 57enne ha ricostruito così con il gip quanto accaduto il 26 agosto: «Lei è arrivata da sola davanti alla cantina, si è affacciata e mi ha detto “zio sono tornata”. Io l’ho invitata ad entrare e ho cominciata a toccarla, lei si è ribellata. A quel punto ho preso la fune del trattore e l’ho strangolata». Ma negli inquirenti restano molti dubbi, anche sul ruolo svolto da moglie e figlia del 57enne. Uno dei punti da chiarire è che Sarah si sarebbe lamentata dello zio proprio con la cugina Sabrina ma poi sarebbe andata da sola nella cantina. Il gip Martino Rosati ha convalidato il fermo lasciando Michele Misseri in isolamento e senza possibilità di colloquio, perché – come ha spiegato nell’ordinanza – «è necessario che non parli con i familiari perché sarebbe elevatissimo il rischio di concertazioni di difese posticce e fuorvianti».
PERIZIA PSICHIATRICA – Lunedì il difensore di Misseri depositerà la richiesta di perizia psichiatrica per l’omicida al gip perché venga accolta in sede di incidente probatorio. Lo ha riferito lo stesso legale l’avvocato Daniele Galoppa, respingendo le voci secondo cui avrebbe ricevuto delle minacce: «Non mi è giunta nessuna minaccia e ritengo che non ne arriveranno. Io lavoro al fianco degli inquirenti per trovare tutta la verità». Galoppa ha poi riferito un particolare relativo alla famosa notte degli interrogatori, seguita in diretta dalla trasmissione Chi l’ha visto: «Ho visto la moglie e le figlie di Misseri. Avevano notato in lui uno strano comportamento forse dovuto a stanchezza, mai però avevano pensato a quello che poi si è scoperto – ha detto il legale -. Misseri è una persona che secondo me ha capito il gesto che ha fatto, sa a cosa va incontro. Si vede che è un assassino. Ha assunto un ruolo e mi sembra consapevole di doverlo portare a termine. Al mio assistito non mi sento di dire nulla, forse solo di dire tutto quello che sa e anche quello che può aiutarlo».
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