Il 2 novembre, in Italia e in molte altre parti del mondo, si celebra la ricorrenza dei defunti. Questa giornata è dedicata alla memoria di coloro che ci hanno lasciato, un momento per riflettere sul passato, onorare i nostri cari e cercare conforto nella nostalgia. Questo giorno ha una profonda connessione con l’opera poetica di uno degli artisti più amati d’Italia, Antonio De Curtis, noto come Totò, e la sua celebre poesia “La Livella”.
Totò è stato un’icona della cultura italiana nel XX secolo, celebrato per le sue abilità di attore, comico e poeta. “La Livella” è una delle sue opere più famose ed è una poesia scritta in dialetto napoletano. Questa poesia è un dialogo tra la morte, impersonata come un uomo che utilizza una livella per valutare la giustizia nelle vite umane, e il protagonista della storia, che si rende conto dell’inevitabilità della morte e della sua uguaglianza davanti a tutti.
La poesia inizia con le parole “Pigliatelo, o morte, ‘sto munno ‘e chinesi, / e’ chistu munno ‘e suonno e ‘e fantasia,” che possono essere tradotte in italiano come “Prenditi questo, o morte, questo mondo di illusione, questo mondo di sogni e fantasia.” Questa introduzione mette in luce il tema centrale della poesia, che è la mortalità umana e la relatività delle preoccupazioni terrene.
Nella poesia, la morte chiede all’uomo se ha condotto una vita virtuosa, se ha rubato o ucciso, e il protagonista risponde con sincerità. La morte usa la livella per mostrare che, alla fine, tutti sono uguali di fronte a lei, che non fa distinzioni tra ricchi e poveri, buoni o cattivi. La livella rappresenta la giustizia universale, che non può essere corrotta o ingannata.
Il messaggio di “La Livella” è potente e universale. In un giorno come il 2 novembre, quando riflettiamo sulle persone che abbiamo perso, questa poesia ci ricorda l’importanza di vivere una vita onesta, di apprezzare ciò che abbiamo e di non temere la morte, ma piuttosto di accettarla come parte inevitabile dell’esistenza umana.
Questa poesia di Totò è un esempio classico di come l’arte può toccare il cuore delle persone e ispirare la riflessione. Il 2 novembre, mentre visitiamo le tombe dei nostri cari e accendiamo candele in loro memoria, possiamo anche prendere un momento per rileggere “La Livella” e riflettere sulla sua saggezza eterna.
In un mondo in cui spesso siamo distratti dalle nostre preoccupazioni quotidiane e dalle divisioni, “La Livella” di Totò ci ricorda che alla fine siamo tutti uguali, che la vita è effimera e che dovremmo cercare la virtù e la giustizia nel tempo che ci è stato dato. Quindi, in questo Giorno dei Morti, onoriamo i nostri defunti non solo con lacrime, ma anche con una riflessione profonda e un impegno a vivere una vita degna della memoria dei nostri cari.
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